Sì, ma quando?

Bucci: “L’assessore alla Cultura ci sarà, anche se farlo mi sta piacendo da matti…”

Il sindaco conferma che assegnerà la delega, tra i papabili Montanari e Orlando. Il presidente di Palazzo Ducale Beppe Costa: "Entro fine ottobre il nuovo direttore"

bucci

Genova. “L’assessore alla cultura? Ce l’avete di fronte. Mi sta piacendo da matti… qualcuno si è arrabbiato perché ho detto che mi piace fare l’assessore alla cultura. Se qualcuno è invidioso venga a proporsi come assessore”. Quindi si tiene la delega? “No, ci sarà l’assessore”. Il sindaco Marco Bucci, a margine della presentazione del programma di Genova Capitale del Libro 2023, conferma che prima o poi la nomina arriverà. “Entro l’anno?”, chiede un cronista. “Il tempo cambia”, risponde sibillino il mayor di Palazzo Tursi.

Una questione rimasta in sospeso da più di un anno, da quando cioè il sindaco eletto al secondo mandato ha varato la giunta senza assegnare la delega lasciata in eredità da Barbara Grosso e ancora prima da Elisa Serafini, l’unica ad essersi dimessa volontariamente con annesse polemiche. Nel frattempo è nata una nuova istituzione, il tavolo di lavoro permanente sulla Cultura, con i rappresentanti di tutti i principali enti culturali della città allo scopo di predisporre una programmazione condivisa.

Ma l’assessore arriverà, assicura Bucci pur senza fornire tempi certi. Da mesi le voci che si rincorrono nei corridoi di Tursi insistono proprio sul nome di Giacomo Montanari, coordinatore del tavolo e già curatore scientifico dei Rolli Days, uno degli eventi di maggiore successo promossi dal Comune in questi anni, fino a diventare un modello d’ispirazione per altre iniziative. Ma in lizza ci sarebbe pure un’altra componente del board, la storia dell’arte Anna Orlando, recentemente curatrice della mostra su Rubens, già consulente culturale dell’amministrazione per altri eventi. Di certo il primo cittadino vuole una figura di acclarata competenza e nella “rosa” le alternative non mancano.

La questione è complicata perché in giunta siede già il numero massimo di assessori previsto per legge. E quindi nominarne uno alla Cultura significherebbe procedere a un rimpasto, o quantomeno far saltare un componente della squadra. Quale? Ipotizzarlo è piuttosto difficile, visti anche i delicati equilibri politici da rispettare. Gli unici davvero blindati sono il vicesindaco Pietro Piciocchi e l’assessore alla Mobilità Matteo Campora. Per tutti gli altri, come ha insegnato lo stesso Bucci nel primo mandato, è lecito aspettarsi di tutto.

Se in Comune la partita è ancora aperta, in Regione sembra completamente chiusa. “Assegnare la delega? Non ci penso neanche – chiarisce il presidente Giovanni Toti -. L’assessore alla Cultura c’è, lo fa Giovanni Toti, ha un sacco di collaboratori capaci, dirigenti capaci. Mi sembra che l’offerta culturale di questa regione sia straordinariamente ricca, sia in termini di investimento sia in termini di regionalizzazione delle grandi istituzioni culturali. Penso al Carlo Felice, all’estate appena finita, alle mostre. Abbiamo fatto tutto quello che si poteva, consideriamo la cultura sinergica al turismo e alla valorizzazione del territorio, quindi continueremo a occuparcene perché credo sia un ganglio essenziale di collegamento tra gli altri assessorati”.

Il fronte caldo, semmai, è Palazzo Ducale. Dove si attende di conoscere il prossimo direttore dopo il benservito della Fondazione a Selena Bertolucci. “Per ora sono arrivate 32 proposte, ma normalmente sono le ultime settimane quelle che portano più numeri – spiega il presidente Beppe Costa -. La selezione è in corso, c’è tempo fino al 18 settembre. Le proposte saranno valutate da una società indipendente che valuterà le attitudini a questo ruolo, ci sarà poi una commissione di tre saggi che darà al consiglio 3-5 nomi. Speriamo di concluderlo entro fine ottobre in modo tale che possa esserci un avvicendamento rapido”.

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