Genova. Palazzo Ducale non riconferma la direttrice Selena Bertolucci. La notizia, anticipata oggi dall’edizione genovese de La Repubblica, è confermata da un comunicato della fondazione culturale, il cui consiglio direttivo “nella seduta di ieri ha deliberato di avviare la selezione del direttore che assumerà l’incarico dal 1º gennaio 2024“.
“La procedura – si legge nella nota – ricalcherà quella già utilizzata dalla Fondazione cinque anni fa, con un percorso articolato di preselezione e valutazione affidata ad advisor specializzato e una commissione di esperti che consentirà al consiglio direttivo di individuare una figura idonea in tempi adeguati. Questa attività si rende necessaria per il termine del contratto quinquennale del direttore, dottoressa Serena Bertolucci, in carica a tutto il 31 dicembre 2023″.
Il consiglio direttivo “esprime apprezzamento e gratitudine per il lavoro a oggi svolto dalla dottoressa Bertolucci, che non ha ancora sciolto la riserva sulla sua partecipazione al bando di imminente pubblicazione – e dallo staff di Palazzo Ducale: le prossime scadenze culturali e organizzative sono infatti da affrontare con grande impegno da parte di amministratori, direttore e dirigenti, staff operativo e consulenti”.
L’avviso, che verrà perfezionato nei prossimi giorni, sarà pubblicato sui siti internet di Palazzo Ducale, del Comune di Genova e Regione Liguria nel periodo 10 agosto – 15 di settembre 2023.
L’addio alla direttrice Bertolucci si aggiunge così al mancato rinnovo ad ottobre 2022 dell’ex presidente dell’ente Luca Bizzarri. Serena Bertolucci, che proprio Bizzarri volle al Ducale, di fatto avrebbe il contratto in scadenza il 31 dicembre prossimo e dunque potrebbe anche partecipare al bando di gara che sarà predisposto nelle prossime settimane.
Sul mancato rinnovo potrebbe aver influito proprio l’addio a Bizzarri che è stato sostituito da Beppe Costa (già presidente di Costa Edutainment e Opera Laboratori Fiorentini, in ambito museale) e – come vice – Francesco Berti Riboli, manager della sanità privata, collezionista e organizzatore di eventi culturali di successo.
Il lavoro di Serena Bertolucci ha avuto un grande successo in termini numerici, dalle mostre più note alle invenzioni culturali come i cinque minuti con Monet lanciati in tempi di distanziamento da Covid e musei chiusi, evento che fu premiato come miglior iniziativa culturale in pandemia. Senza dimenticare gli oltre due milioni di euro portati a casa con i progetti del Pnrr o i 500mila euro della recente conquista del titolo di Capitale del libro.
E non le manda a dire proprio Luca Bizzarri: “Sento già la litania dell’atto dovuto. Tutte balle. E sono curioso di leggere il bando per il successore perché con il curriculum che ha, se si presentasse, vorrei proprio vedere con che criteri verrebbe esclusa – scrive in un post su Facebook -. La verità è un’altra e la scelta non è neppure politica, non c’è una destra vorace che vuole accaparrarsi i posti. Della cultura interessa poco a qualsiasi politico, basti vedere chi sono gli assessori (che non ci sono) o chi è il ministro (che purtroppo c’è). Il fatto è che Serena ha portato fama e milioni nelle casse del Ducale pensando solo all’istituzione e mai ai pesci pilota che le nuotavano intorno. Serena, per dirla col poeta, non aveva amici. E non ne voleva, di quegli amici lì. Né a destra, né tantomeno a sinistra. Una sinistra genovese (e nazionale) così inesistente e occupata a parlarsi addosso da scomparire, da non accorgersi di nulla”.
“Se Palazzo Ducale in questi anni ha resistito a tragedie e pandemie, se le nostre mostre hanno ricevuto elogi e premi, se la Torre Grimaldina presto potrà essere restituita alla città è merito solo di Serena Bertolucci e di come tutti i collaboratori del Palazzo abbiano lavorato con lei. Il risultato è questo. Mi viene in mente una frase che mi disse un tassista genovese tanto anni fa, mi disse: Bizzarri, a Genova son quattrocento anni che comandano dieci famiglie. Non credo parlasse della famiglia Bizzarri, né dei Bertolucci. Speriamo che il suo successore ne erediti la competenza, la professionalità, e la cazzimma”, conclude l’attore genovese.