Genova. Creuze, piazzette scalinate, per lo più non carrabili dove spacciatori e consumatori di crack si muovono indisturbati con “offerte droga ai minori che transitano nelle salite e scalette tornando a casa”, “intimidazioni gravi a chi esprime parole di dissenso e disagio nei confronti dei fumatori di crack” ed “episodi di prostituzione”.
C’è un vero e proprio allarme droga tra centro storico e i quartieri del Carmine e Castelletto che non fa dormire più sonni tranquilli gli abitanti che hanno in un’ottantina residenti nelle zone comprese tra via Largo Zecca, il Carmine, via Cairoli, Castelletto, hanno inviato un esposto al sindaco, Marco Bucci, all’assessore alla sicurezza Sergio Gambino, al comandante della poliziai locale Gianluca Giurato, al questore Orazio D’anna, al Prefetto Renato Franceschelli, al comandante provinciale dei carabinieri Gerardo Petitto, al presidente del municipio centro est, Andrea Carratù.
“L’allarme specifico che vi comunichiamo attraverso questo esposto è l’altissimo livello di esasperazione di alcuni abitanti e la paura di altri, costretti a cambiare strada per la difficoltà di tornare a casa, di sera di notte”, dicono nella denuncia pubblica che hanno accompagnato con parecchie foto e perfino con una mappa dello spaccio e del consumo.
“Ogni sera e ogni notte fino al mattino, soprattutto in estate – ricordano – siamo in mano a persone socialmente pericolose e la nostra libertà di movimento è sospesa. Abbiamo diritto ad essere tutelati”. Gli abitanti chiedono alle istituzioni di intervenire anche sul degrado del loro quartiere che lo rende zona appetibile per gli spacciatori, dalle transenne abbandonate al verde non curato al palazzo abbandonato da anni in via Raggio e ricordano come l’esposto segue numerose segnalazioni al 112, comunicazioni agli amministratori di condominio, esposti consegnati già in passato alle forze dell’ordine,
E ricorda alcuni episodi come la grave aggressione a un ragazzino quest’inverno in via Cairoli e l’omicidio di via Polleri del 25 aprile, entrambi direttamente riconducibili al consumo di crack.