La commemorazione

Ponte Morandi, a cinque anni dal crollo Genova si ferma. Il ministro Salvini: “43 vittime dell’avidità di qualcuno che spero ora paghi il conto” fotogallery

Salvini ha ricordato i "miliardi di profitti che non sono stati investiti in manutenzione" e ha promesso: "Il prossimo anno tornerò con il ddl sulle vittime dell'incuria"

Quinto anniversario crollo ponte Morandi

Genova. A Genova, cinque anni dopo è ancora il giorno del ricordo. L’appuntamento è alla radura della Memoria, sotto quello che fu il ponte Morandi. A pochi metri svetta dall’alto, sulle teste dei presenti, il nuovissimo ponte San Giorgio, realizzato a tempo di record ma l’efficienza ingegneristica della nuova struttura non basta a cancellare l’immagine di quel ponte spezzato che ha inghiottito con sé 43 vite.

Alla cerimonia sono presenti le principali istituzioni cittadine con il prefetto di Genova Renato Franceschelli, il procuratore Nicola Piacente, il sindaco di Genova Marco Bucci e il governatore della Liguria Giovanni Toti. Da Roma è arrivato il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini.

Gli interventi

“Non vogliamo che queste cose si ripetano più – ha detto il sindaco di Genova Marco Bucci – Le cose vanno fatte bene, con la tecnologia, con il cervello e con il cuore, e questo è il nostro dovere non solo come amministratori ma anche come cittadini.  Ai parenti delle vittime dico ‘vi siamo vicini’ mentre a tutti i cittadini dico ‘Genova non dimentica’ e lo fa dimostrando con le opere come si deve lavorare per il futuro”.

“Giustizia e coraggio” sono le parole pronunciate dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. “Giustizia,  su cui sta lavorando la magistratura, che non vuol dire vendetta – ha aggiunto – ma vuol dire verità e giustizia ma poi c’è la parte che spetta a noi perché un nuovo ponte Morandi non accada. E questo non vuol dire solo mantenere le opere ma anche migliorarle e costruirne di nuove”.

“Quello che è sopra la nostre teste è un simbolo di rinascita – ha detto il ministro Matteo Salvini –  ma conto di tornare l’anno prossimo col ddl che riconosca i cittadini vittime non di calamità naturale ma dell’incuria. Ci sono stati miliardi di profitti che non sono stati investiti in manutenzione. Non voglio anticipare sentenze ma mi sembra evidente. Spero di portare una nuova legge che equipari le vittime come quelle del Morandi a quelle del terrorismo”. “Qui piangiamo 43 vittime non di una calamità naturale – ha aggiunto – ma dell’avidità di qualcuno e mi auguro che di questo qualcuno paghi il conto”.

Prima degli interventi delle autorità, Jacopo Bellussi, primo ballerino di Hamburg Ballet, si è esibito su un pezzo di Cromosuoni Vocalensemble guidati da Maya Forgione, con una coreografia di Kristina Paulin, creata appositamente per la commemorazione di quest’anno. Alle 11.36 è stato osservato un minuto di silenzio e in contemporanea verranno suonate le sirene delle navi in porto e le campane di tutta la diocesi.

 

Egle Possetti (Comitato parenti vittime): “Molti sapevano e hanno taciuto, scherzando con le vite delle persone”

Toccante e commosso l’intervento della presidente del comitato parenti delle vittime Egle Possetti: “Tutto sta scivolando nella nebbia. Questo sistema si sta riprendendo il suo spazio molto bene. La percezione è che il processo non riesca a incidere sulla società. La verità non influenza la pubblica opinione. Autostrade sicure ancora una chimera. Un preoccupante incendio in galleria ha evidenziato che il sistema è ancora dannatamente fragile. Non è possibile che infrastrutture fatiscenti siano considerate ben mantenute. Gli interessi. La chiusura di questa vicenda resterà per sempre una pugnalata gravissima che non potremo accettare. Ci saremmo aspettati molto di più”. “Lo Stato non ha fatto i suoi interessi in questa vicenda, sia scrivendo una concessione inaccettabile sia acquisendo senza fiatare, quasi genuflesso, i controlli eseguiti da chi avrebbe dovuto essere il controllato. Infine giungendo a patti con questo nemico – ha ricordato – La chiusura amministrativa di questa vicenda resta e resterà per sempre una pugnalata gravissima che non potremo mai dimenticare come parenti delle vittime e come cittadini dagli organi democraticamente eletti e dei dipendenti pubblici interessati nella vicenda”.

Nel processo ha ricordato Possetti “Troppi non so, non ricordo, assenze di verifica.  Molti sapevano e hanno taciuto, hanno scherzato con la vita delle persone e anche loro sono parte della vicenda. Siamo ancora fiduciosi nella giustizia, speriamo che la verità possa emergere con forza in ogni grado di giudizio. “Per gli imputati attendiamo il verdetto finale, fino ad ora nessuno pare fare accenno a qualche errore. Poi tra chi ha fatto i profitti ora c’è chi cerca di rifarsi una verginità diversificando gli interessi, magari con un bel bicchiere di vino” ha ricordato alludendo alla nuova attività di Alessandro Benetton. “Non ci rassegniamo ancora” ha concluso.

 

Il presidente della Samp Lanna alla cerimonia: “Passai sul ponte poco prima: ho avuto fortuna”

Tra i presenti anche il presidente della Sampdoria Marco Lanna: “Sono qui sia come scelta personale ma anche in rappresentanza della Sampdoria – ha detto Lanna – perché comunque siamo molto vicini alle famiglie delle vittime”.
Alla domanda su dove si trovava cinque anni fa il presidente della Samp ricorda: “Ero passato sul ponte Morandi da poco perché stavo andando in montagna con la mia famiglia. Sono stato molto fortunato”.

L’arcivescovo di Genova Tasca: “Ricordo che accomuna la città”

“Vivere insieme questo ricordo che ci accomuna, che accomuna tutta la città. Siamo chiamati insieme a cercare di dare delle risposte”. Lo ha detto l’arcivescovo di Genova mons. Marco Tasca nell’omelia durante la messa in ricordo delle 43 vittime del Ponte Morandi. “E siamo qui nella preghiera perché vogliamo pregare Dio, il Dio della pace, della fede, della serenità – ha detto Tasca – che davvero ci dia quello che ci è necessario per camminare insieme e, certo, condividere le nostre sofferenze. Per chi crede penso che sia più facile. Questa fede che accomuna tanti di noi è davvero la guida, la bussola che ci fa affrontare le inevitabili difficoltà della vita”

Le 43 vittime del crollo: i nomi e le storie

Sono 43 le vite spezzate nel crollo del ponte Morandi. Ecco i loro nomi
Cristian Cecala, la moglie Dawna e la figlia Kristal, di 9 anni, di Oleggio (Novara). Mirko Vicini, 30 anni, di Genova, operaio Amiu. Marian Rosca, camionista romeno di 36 anni e il collega e connazionale che viaggiava con lui, Anatoli Malai, di 44 anni. Tra le vittime c’è una famiglia di Pinerolo: Andrea Vittone, nato a Venaria Reale, 50 anni, la moglie Claudia Possetti, nata a Pinerolo, 48 anni, i figli della donna Manuele e Camilla di 16 e 12 anni. Un’altra famiglia sterminata da ponte Morandi è quella dei Robbiano che vivevano a Campomorone (Genova): il padre Roberto, 44 anni, nato a Genova, la madre Ersilia Piccinino, 41 anni, nata a Fersale (Catanzaro), il figlio Samuele, 8 anni.

E ancora: Andrea Cerulli, 48 anni, di Genova; Elisa Bozzo, 34 anni, nata a Genova e residente a Busalla (Genova); Francesco Bello, 42 anni, di Serrà Riccò (Genova); Alberto Fanfani, 32 anni, nato a Firenze, fidanzato con Marta Danisi, 29 anni, nata a Sant’Agata di Militello (Messina); Stella Boccia, 24 anni, nata a Napoli e residente a Civitella Val di Chiana e il fidanzato Carlos Jesus Erazo Truji, 27 anni peruviano. Poi ci sono i quattro amici di Torre del Greco (Napoli): Giovanni Battiloro 29 anni, Antonio Stanzione, 29 anni, Gerardo Esposito, 27 anni e Matteo Bertonati, 27 anni.

Tra le altre vittime: Giorgio Donaggio, 57 anni, nato a Genova e residente a Toirano (Savona), Alessandro Campora, 55 anni, nato a Genova, Giovanna Bottaro, 43 anni, di Novi Ligure (Alessandria), Vincenzo Licata, 58 anni, nato a Grotte (Agrigento), Luigi Matti Altadonna, 35 anni, nata a Genova, Angela Zerilli, 58 anni, nata a Corsico (Milano), Gennaro Sarnataro, 43 anni, nato a Volla (Napoli), Alessandro Robotti, 50 anni, nato a Alessandria, Bruno Casagrande, 57 anni, nato a Antonimina (Reggio Calabria) residente a Genova, collega di Mirko Vicini in Amiu.

Poi ci sono le vittime francesi: Axelle Place 20 anni, Nathan Gusman 20 anni, Melissa Artus 22 anni, William Pouza 22 anni. I morti cileni sono Juan Ruben Figueroa Carrasco 59 anni residente a Genova, Leyla Nora Rivera Castillo 48 anni, Juan Carlos Pastenes 64 anni. Due i morti albanesi: Admir Bokrina 32 anni, Marius Djerri 22 anni e il colombiano Henry Diaz Henao, 38 anni.

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