La specie invasiva

Invasione di granchi blu, avvistamenti anche in Liguria. Il biologo: “Non è l’habitat ideale, ma massima attenzione”

Il biologo Antonio Di Natale spiega come fa questo granchio a diffondersi così rapidamente, e perché. E azzarda qualche scenario

granchio blu

Genova. C’è chi lo definisce un flagello, come ha fatto il governatore del Veneto Luca Zaia mostrandone un esemplare in conferenza stampa e chiedendo lo stato di calamità, chi lo vede come una ormai inevitabile presenza nelle zone costiere e lagunari italiane e pensa a modi innovativi per “sfruttarlo”, pescandolo per farne piatti gourmet o spedendolo all’estero. A prescindere da come lo si voglia definire, è ormai evidente che il granchio blu, specie invasiva e seria minaccia per la biodiversità, si sta diffondendo sempre più velocemente lungo le coste mediterranee, e la Liguria non è esente.

Nella nostra regione i primi avvistamenti risalivano al 2016 nel golfo della Spezia, con qualche sporadica segnalazione diversi anni prima anche in quello genovese. Risalivano, perché a metà luglio un granchio reale blu è stato visto e fotografato anche a Ponente, nelle acque di Imperia. Ed è difficile pensare che la sua presenza possa limitarsi soltanto agli estremi della Liguria. Arpal, che gestisce anche l’osservatorio per la biodiversità ligure, ha diffuso la foto e la notizia dell’avvistamento lo scorso 18 luglio, ricordando come il granchio blu sia originario delle coste atlantiche dell’America e viva di solito in acque costiere, lagune ed estuari, su fondali sabbiosi o fangosi. Su di lui, alla luce della pericolosità che rappresenta per gli ecosistemi in cui arriva, sono puntati i riflettori sia di Arpal sia di Ispra e Università di Genova, così da raccogliere dati utili allo studio e alla gestione di questa specie.

Il problema principale è rappresentato dal fatto che il granchio blu nei nostri mari non ha predatori (di loro si nutrono tartarughe marine e uccelli), e che non soltanto mette in pericolo l’attività della piccola pesca costiera, ma minaccia seriamente la biodiversità. La sua alimentazione è costituita al 40% da cozze, vongole, telline e ostriche, anche se tendenzialmente è onnivoro, ed entra in competizione con le specie di granchi locali sopraffacendole. Le segnalazioni sulla sua presenza si sono ormai diffuse a macchia d’olio, Liguria compresa, ma nelle ultime settimane ha letteralmente invaso la Sacca di Goro, in Emilia-Romagna, e le lagune del Veneto. Provocando danni ingentissimi agli allevatori di vongole e altri mitili. Abitudini che mettono maggiormente al riparo il mar Ligure da una potenziale invasione.

“Il mar Ligure è un ambiente un pochino più freddo rispetto ai bassi fondali dell’Adriatico dove questo granchio vive, anche se quest’anno la temperatura dei mari è salita, ma di base non rappresenta per loro l’habitat ideale da colonizzare. Sembra non riuscire a impiantarsi- spiega Antonio Di Natale, biologo marino e segretario generale della Fondazione Acquario di Genova – Ci sono stati avvistamenti sporadici, ma sinché si tratta di pochi individui non c’è motivo di preoccuparsi. La preoccupazione è invece d’obbligo quando si presentano situazioni di invasione massiccia”.

Di Natale non fa comunque previsioni certe, perché le variabili in gioco sono tante: la specie è poco nota, non è chiaro come potranno reagire quelle autoctone, e non è chiaro neppure se riuscirà ad adattarsi alle condizioni marine e lagunari locali, tra salinità e temperatura dell’acqua. Un precedente da cui trarre materiale utile, però, c’è.

“Questa non è la prima invasione di granchi blu che abbiamo in Italia – conferma Di Natale – negli anni ’70 circa erano arrivati i granchi blu pelagici, un po’ più piccoli del granchio reale blu, meno vigorosi e meno ‘distruttivi’, che arrivavano dall’Indo-Pacifico, portati dalle petroliere. Si erano impiantati soprattutto nella baia di Augusta, in Sicilia, e l’avevano invasa soppiantando le popolazioni locali di granchi e creando parecchi problemi ai pescatori. Un’invasione enorme. Si era poi diffuso in altri luoghi, ma dopo tre anni la popolazione era crollata. Evidentemente le altre generazioni non avevano trovato condizioni abbastanza favorevoli da impiantarsi stabilmente”.

“Il granchio blu è dell’Atlantico si muove più sul fondo rispetto a quei granchi, ed è più grande, con una forza notevole nelle chele – prosegue Di Natale – le maggiori preoccupazioni le hanno gli allevatori di molluschi, vongole in particolare. Anche in questo caso stiamo assistendo a una crescita abbastanza esponenziale della popolazione di granchio reale blu, e certamente ha effetti devastanti nel breve periodo sulle faune locali, soprattutto sugli altri granchi. Ma non è dato sapere come questa situazione evolverà. In Liguria non c’è preoccupazione specifica, ma è fondamentale approcciare alla questione con maggiore coscienza ambientale e consapevolezza che gli equilibri marini sono molto dinamici, e bisogna raccogliere quanti più dati possibile per gestire queste situazioni”.

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