Genova. È ancora il biossido di azoto il tallone d’Achille della qualità dell’aria a Genova, come emerge dall’ultimo rapporto del Sistema nazionale di protezione dell’ambiente in base ai dati forniti da Arpal. Nel 2022 il valore limite medio (40 microgrammi a metro cubo) è stato superato in due centraline, via Buozzi (46) e corso Europa (54), tenendo presente che l’Oms raccomanda un valore annuale di 10 microgrammi a metro cubo.
Si tratta dell’inquinante per cui il capoluogo ligure, insieme alla Spezia, si trova in procedura di infrazione europea, ed è per questo motivo che il Comune di Genova è stato costretto a intervenire con la contestatissima ordinanza antismog che vieta la circolazione ai veicoli più vecchi.
Una magra consolazione: Genova è in “buona” compagnia. Anche Torino, Milano, Bergamo, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo hanno registrato superamenti dei valori limite per la salute. La soglia di informazione (180 microgrammi a metro cubo) è stata superata sulla media oraria 7 volte all’Acquasola, 8 volte a Quarto, 2 volte a Pra’. La media giornaliera di 120 microgrammi a metro cubo è stata superata 55 volte all’Acquasola, 44 volte a Quarto, 30 volte a Pra’.
Migliore la situazione sul fronte delle polveri sottili e ultrasottili. Per il PM10 la soglia dei 50 microgrammi al metro cubo è stata superata in due stazioni, 5 volte a Quarto e 5 in corso Buenos Aires. Nessun superamento del valore limite annuale. Discreti anche i dati relativi al PM 2,5: valori soglia superati 13 volte in corso Europa e 11 volte a Quarto. Per quanto riguarda l’ozono, l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana è stato superato per 55 giorni all’Acquasola, ma in tutta Italia sono state solo 37 stazioni su 328 a rispettarlo.
Il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente ha svolto una prima analisi dei dati 2022 – che andranno consolidati nei prossimi mesi con il completamento del processo di validazione dei dati – e fatto un quadro sull’andamento degli inquinanti dell’aria negli ultimi dieci anni. Sono i tecnici delle Arpa/Appa, con il coordinamento tecnico dell’Ispra, a monitorare la qualità dell’aria in Italia grazie ad una rete di oltre 600 stazioni di misura sparse su tutto il territorio. I dati sulla concentrazione di inquinanti raccolti da Snpa tengono conto sia delle medie annuali – significative perché descrivono dal punto di vista della salute la “cronicità” dell’inquinamento dell’aria in un’area – sia degli sforamenti dei limiti giornalieri e orari, più legati ai picchi di concentrazione.