Dati e proposte

Inquinamento, Legambiente: “Genova troppo lenta per rispettare gli obiettivi europei 2030”

L'associazione presenta la campagna Clean Cities: "Bene trasporto pubblico e car sharing elettrico, ma bisogna fare di più"

Generica

Genova sta lottando contro l’inquinamento, ma troppo lentamente. Con questi numeri non arriviamo ai nuovi limiti fissati dalla Commissione europea per il 2030. Dobbiamo dare un’accelerata”. È il monito lanciato da Legambiente in occasione della seconda tappa della campagna itinerante Clean Cities per presentare i dati e le proposte per raggiungere gli obiettivi di riduzione programmati. Due quelle principali: costruire una “città 15 minuti”, in cui tutti i servizi sono raggiungibili a piedi o in bici in un quarto d’ora, e raggiungere una mobilità completamente a zero emissioni.

“L’amministrazione si sta muovendo bene sul potenziamento del mezzo pubblico e del car sharing, ma è indietro per prefigurare la città dei 15 minuti – commenta Andrea Poggio, responsabile nazionale della mobilità per Legambiente -. Non c’è una mappatura delle strade a 30 km/h, ma perché non viene posta questa limitazione anche nelle vie pericolose? Genova è ancora una città insicura dal punto di vista della strada. E manca ancora uno studio delle percorrenze pedonali per raggiungere prima i servizi di quartiere”.

Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, Genova dovrà ridurre il PM10 del 7%, ma soprattutto gli ossidi d’azoto del 34% entro il 2030. Rispetto alla tendenza attuale, si dovrebbero dunque raddoppiare gli sforzi per trasporti e riscaldamento elettrico e zero emissioni. Un altro dato preoccupante è quello riferito agli incidenti stradali, decisamente sopra la media nazionale: i morti e feriti sono 8,54 ogni mille abitanti all’anno, mentre l’obiettivo al 2030 è indicato sotto i 2.

Su questo fronte Legambiente vede di buon occhio la contestata ordinanza anti-smog del Comune di Genova in vigore dal 1° marzo, fatti salvi i correttivi che saranno decisi nei prossimi giorni: “Dobbiamo fare in modo che la città diventi accessibile, con tanti mezzi privati e grandi è inaccessibile. Tutte le città che hanno avuto il coraggio di ridurre il traffico rendendo i servizi accessibili a piedi, in bicicletta e coi mezzi pubblici hanno vinto la partita. Le città più ricche vanno in quella direzione. Le città intasate dal traffico e inquinate sono arretrate”, prosegue Poggio.

Il numero di auto per abitante è tra i più bassi d’Italia (48), ma sono ancora troppe se si tiene conto dell’estensione e dell’orografia di Genova: nelle media delle grandi città europee il tasso di motorizzazione è molto più basso. Inoltre, la presenza minore di auto è compensata dal più alto numero di moto e scooter d’Italia. L’obiettivo entro il 2030, in ogni caso, è arrivare a 35.

Luci e ombre anche per quanto riguarda il trasporto pubblico. Se complessivamente l’offerta è buona nella città di Genova – anche se ancora non all’altezza di una città europea –  sono da intensificare e ammodernare i collegamenti con la provincia. Solo il 15% dei mezzi del trasporto pubblico sono completamente elettrici. Bene invece la sharing mobility, elettrificata ormai al 100%. 

Sui fondi del Pnrr Legambiente auspica che si apra quanto prima un dibattito pubblico coinvolgendo la cittadinanza nella definizione di quei progetti che impatteranno sul territorio. Tra questi quella della Diga foranea, nel merito del quale Legambiente Liguria ha già espresso grande preoccupazione per “l’eccessivo aumento di traffico gomma che causeranno impatti elevati sulla mobilità cittadina e sulla salute pubblica”.

Per Stefano Bigliazzi, presidente di Ceag Legambiente “i finanziamenti nazionali per la mobilità e per il Pnrr sono l’occasione per investire su una mobilità davvero sostenibile e rimediare ai ritardi. Si deve però avere il coraggio di cambiare davvero, non fare strutture utili all’immagine solo perché c’è il finanziamento (vedi Skymetro della Valbisagno e funivia del Lagaccio) ma costruire qualcosa di sostenibile per tutta la città, come ad esempio il tram. Ottima invece la prosecuzione della metropolitana fino a San Martino, l’ospedale deve essere servito da mezzi pubblici efficienti e non deve più essere un gigantesco parcheggio”.

“Per diventare una città sicura e favorire la mobilità ciclopedonale, Genova deve diventare anche una città 30 – spiega Romolo Solari, presidente circolo amici della bicicletta di Legambiente e Fiab Genova -. Purtroppo oggi manca ancora questa consapevolezza: il Comune non è stato neanche quest’anno in grado di dirci quali e quanto lunghe sono ora le strade a 20 e 30 all’ora. Persino le strade del centro storico, già per loro natura a bassa velocità perché strette e tortuose. A Genova si dovrebbe dare l’obiettivo di calmierare la velocità lungo 1.100 km di strade urbane (80% strade cittadine): non si tratta solo di applicare segnaletica e far rispettare divieti, ma di prevedere elementi di moderazione del traffico e disegnare quartiere per quartiere, percorsi e strade per un abitare di prossimità, per la città 15 minuti“. L’assessore Campora ha annunciato novità sul tema.

Durante la conferenza stampa è stato presentato anche il progetto Mob della Fondazione Unipolis, in partnership con Legambiente. L’iniziativa ha come obiettivo l’engagement dei giovani tra i 16 e i 21 anni, che si sfideranno in un grande torneo nazionale dove vincerà chi si muoverà in modo sostenibile e saranno poi impegnati nella definizione di interventi per rendere la mobilità della propria città più sostenibile ed efficiente.

IL PROGRAMMA

Lunedì 6 febbraio si svolgerà alle 18.00 un Webinar sui canali social di Legambiente Liguria dal titolo “Genova città 30 km/h opinioni a confronto”. 

Martedì 7 febbraio è previsto alle ore 17:00 un flash mob in Corso Europa, angolo San Martino dove misureremo la qualità dell’aria con l’obiettivo di sensibilizzare i nostri amministratori e spingerli ad azioni più efficaci per diminuire le emissioni climalteranti.

Clean Cities è un viaggio in 17 capoluoghi italiani, da Nord a Sud, per promuovere con forza una nuova mobilità urbana: più sicura, più condivisa e meno inquinante. L’iniziativa rientra nell’ambito della Clean Cities Campaign, un network europeo di associazioni ambientaliste e movimenti di base che ha come obiettivo una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030.

Dopo Torino e Genova la campagna itinerante di Legambiente andrà a Milano (8 e 9 febbraio), Bergamo (10 febbraio), Bari (13 e 14 febbraio), Napoli (15 febbraio), Avellino (16 febbraio), Roma (17 e 20 febbraio), Pescara (17 febbraio), Bologna (18 febbraio), Padova (22 febbraio), Perugia (23 e 24 febbraio), Trieste (25 febbraio), Palermo (25 febbraio), Catania (27 febbraio), Prato (27 e 28 febbraio) e Firenze (1 e 2 marzo).

In allegato, la scheda “Genova 2030” – un focus sui principali indicatori urbani di mobilità, strumenti (in primis, la Città dei 15 minuti e l’indice di prossimità) e proposte per trasformare il capoluogo ligure in una vera clean city, inclusiva e sicura per tutti, entro il 2030.

Petizione on line “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!” per chiedere al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada. Si può firmare qui: attivati.legambiente.it/malaria

leggi anche
attraversamento strisce pedonali illuminazione
Sicurezza stradale
In arrivo a Genova il primo attraversamento pedonale “smart” e zone 30 vicino alle scuole
Generico febbraio 2023
Ai ripari
Ordinanza antismog, l’assessore Campora: “La prossima settimana decidiamo le deroghe”
Generica
Brutta aria
Inquinamento, a Genova il biossido di azoto è ancora oltre la soglia di rischio per la salute

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.