Genova. E’ cominciata questa mattina in una sala allestita ad hoc nel centro clinico del carcere di Marassi la perizia psichiatrica che dovrà stabilire se Alberto Scagni, il 42enne che la sera del primo maggio ha ucciso la sorella Alice con 20 coltellate era capace di intendere e di volere al momento dei fatti e se oggi può essere ritenuto socialmente pericoloso.
Al primo colloquio con il 42enne erano presenti il perito del Gip Elvezio Pirfo, Lucrezia Mazzarella (la consulente nominata dagli avvocati di Scagni Maurizio Mascia ed Elisa Brigandì) e Giacomo Mongodi, consulente nominato dal pm Paola Crispo. L’incontro è durato circa due ore. La perizia andrà avanti con diversi incontri (il prossimo è fissato intorno a metà luglio) fino al 4 settembre. Oltre ai colloqui con Scagni i periti acquisiranno le cartelle cliniche di Scagni a partire da quella fornita dallo stesso centro clinico diretto dal medico legale Marco Salvi, dove Scagni è recluso dalla notte dopo l’omicidio e potranno valutare anche se sentire i medici e gli infermieri del reparto dove il 42enne continua a vivere in una cella da solo e passa le giornate leggendo.
L’udienza davanti al gip è stata fissata il prossimo 16 settembre. Scagni è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalle sevizie e dal ‘mezzo insidioso’, oltre che dal vincolo di parentela, che impedisce di essere giudicati in abbreviato. La pena per lui partirebbe, in caso di condanna, dall’ergastolo, ma in caso venisse riconosciuta un’infermità, anche momentanea, lo sconto potrebbe essere notevole anche se in caso di pericolosità sociale nei suoi confronti potrebbero essere disposte misure di sicurezza.