Mobilitazione

Caricamento, manifestazione sotto la statua di Rubattino: “Basta simboli fascisti e colonialisti”

Organizzata da "Genova che osa" e dal collettivo "Non una di meno" dopo la vicenda del monumento a Giorgio Parodi

Genova. Decine di persone hanno risposto all’appello di Genova che osa per una manifestazione sotto la statua di Raffaele Rubattino in piazza Caricamento. Un presidio convocato il 2 giugno, festa della Repubblica, per dire basta alla “celebrazione di un passato fascista e coloniale” dopo che la Questura aveva posto limitazioni alla protesta organizzata in Carignano contro il monumento a Giorgio Parodi, cofondatore della Moto Guzzi ma anche aviatore volontario nella campagna d’Africa.

Sulla statua di Rubattino sono stati appesi cartelli che lo ricordano come “armatore e imprenditore italiano, che nel 1870 pose le basi per il colonialismo italiano“. Il collettivo Non una di meno ha appeso invece uno striscione con il volto di Marielle Franco, attivista femminista brasiliana impegnata nella lotta per i diritti civili assassinata nel 2018.

Vogliamo una città che abbia simboli inclusivi, che parlino a tutti, anche ai nuovi genovesi – spiega Marianna Pederzolli di Genova che osa -. Dobbiamo sentirci tutti parte di questa città. Celebrare invece Giorgio Parodi è un’azione da condannare. Con questa campagna, appendendo cartelli, vogliamo rivisitare la storia e fare i conti col nostro passato coloniale per non ripetere gli stessi errori in futuro”.

manifestazione statua rubattino

Scopo della manifestazione non è ottenere la rimozione della statua: “È stata costruita tempo fa – continua Pederzolli -. Proponiamo di aggiungere un’integrazione, cartelli che raccontino un passato oscuro con cui l’Italia non ha fatto i conti: le violenze, le armi chimiche lanciate contro la popolazione del corno d’Africa. Questa è la nostra idea: rivisitare criticamente alcuni simboli e smetterla di celebrare nel 2021 questi personaggi”.

manifestazione statua rubattino

Non una di meno ha proposto una raccolta di idee per cambiare la toponomastica cittadina ricordando che “le vie e le piazze delle nostre città sono quasi sempre dedicate a uomini eterosessuali e cisgender, preferiti alle donne e alle persone Lgbtqia+ anche se sono stupratori o sterminatori di guerra. In Italia solo il 4% delle strade è intitolato a figure femminili e, oltre a regine e principesse, si tratta di sante, martiri o madonne”. Secondo la ricerca del collettivo femminista, nel Comune di Genova solo 160 strade su 3.954 sono intitolate a donne e di queste oltre 100 sono religiose.

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