Crisi

Crisi nera per la Fiera di Genova, Dello Strologo: “Tutta l’azienda non potrà essere salvata”

fiera di genova

Genova. “Nel corso del 2015 non è avvenuto quello che anche solo pochi mesi fa ci aspettavamo. C’è stato un rapido deterioramento patrimoniale: a fine settembre la perdita di quest’anno, sommata a quelle degli anni precedenti, corrispondeva a più di un terzo del capitale sociale; si prevede che a fine anno la perdita arrivi a circa 2 milioni 800 mila euro. Bisogna considerare che la ‘gestione caratteristica’ è in perdita da anni e che nel 2014 è stata di 1,3 milioni. Un dato preoccupante, anche se reso meno evidente dal lieve utile del bilancio generale. Dai dati emerge una situazione di straordinaria emergenza, per cui si stanno cercando le soluzioni alla luce anche del giudizio del collegio sindacale, secondo cui la società è in assenza di continuità aziendale”. Lo ha detto ieri il presidente di Fiera di Genova SpA Ariel Dello Strologo a Palazzo Tursi durante i lavori della commissione comunale sulla crisi della società partecipata.

“L’indebitamento complessivo verso vari soggetti è di circa 10 milioni di euro e sono aperte molte vertenze, tra cui quella con Coopsette, che pretende da Fiera 24 milioni; a sua volta Fiera di Genova spa ha citato Coopsette, per altre questioni, per 10 milioni. Un accordo sarebbe forse possibile, ma Coopsette è in procedura coatta amministrativa. Oltre a ciò c’è comunque un debito verso Coopsette circa 2,6 milioni. La situazione patrimoniale è in continuo deterioramento. Io sono stato nominato presidente della Fiera perché sono anche presidente di Porto Antico; si pensava perciò che avrei potuto facilitare la prevista unione tra i due soggetti. Quando ho accettato l’incarico, Fiera era in gravi difficoltà, ma si pensava che potesse affrontare il futuro. C’era infatti la prospettiva di un finanziamento di 3 milioni da Bnl e della ripresa della collaborazione con Ucina per la gestione del Salone, che per due anni era stato affidato a Ucina. Importantissima era anche la previsione di un accordo con Coopsette, ma questo interlocutore è venuto a mancare”, ha proseguito.

Non essendosi realizzate le condizioni attese, il debito è diventato insostenibile. “Soprattutto quello, il cui saldo è urgente, di 3,5 milioni di euro con quegli stessi fornitori che forniscono servizi per le attività fieristiche. Prevedo che per il futuro potremo spendere solo per mantenere in vita la società, o per attività che daranno certamente un utile, come la prossima Natalidea. Per mantenere in vita l’azienda bisogna individuarne un ramo sano che possa reggersi da solo e portare avanti in autonomia una parte di attività o unirsi, se sarà il caso, a Porto Antico. Ovviamente non tutta l’azienda potrà essere salvata. Auspico, e con me i soci, che di concerto con i sindacati si possa trovare una ricollocazione per i lavoratori”, ha concluso il presidente.

L’assessore al Bilancio Francesco Miceli ha illustrato sommariamente la situazione: “Malgrado gli sforzi dello scorso anno per garantire la continuità dell’azienda, anche in conseguenza della crisi della nautica e di quella del settore fieristico, la crisi ha subito un’accelerazione che all’epoca non era prevedibile. L’amministrazione lavora, nonostante tutto, con particolare riguardo alla condizione dei lavoratori, perché l’attività fieristica non chiuda”.

Una situazione davvero grave, che vede gli enti impegnati nel tentativo si un salvataggio estremo, ma saranno inevitabili le ripercussioni.

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