Genova. Due cattive notizie e una buona per i residenti del civico 65 di via Portazza, a Quezzi, un edificio che dal 27 novembre 2016 affaccia su una frana. Quelle cattive sono che intanto i lavori saranno realizzati più tardi del previsto (potrebbero essere assegnati a inizio autunno) e che, trattandosi di un’area privata, il Comune dovrà intervenire in danno, quindi saranno i residenti a sostenere le spese, almeno 130 mila euro. Quella buona è che palazzo Tursi anticiperà i soldi necessari (che gli saranno poi rimborsati dalla Regione).
“Cercheremo di intervenire in maniera più rapida possibile – ha detto oggi l’assessore comunale ai Lavori pubblici Paolo Fanghella a un gruppo di residenti che si sono presentati in Comune – e faremo di tutto per andare incontro ai cittadini sia con l’anticipazione dei soldi sia attivando delle rateizzazioni, ma non possiamo sostenere noi la spesa, la frana è su terreno privato e la Corte dei conti ci contesterebbe”.
Ma quali sono i tempi? Anche se in primavera l’assessore all’Urbanistica del Comune Simonetta Cenci, durante un consiglio comunale, aveva affermato che i lavori sarebbero stati affidati prima dell’estate, al momento si ipotizza che non potranno iniziare prima della fine di settembre. Nel giro di pochi giorni il Comune farà scattare due ordinanze, una per il monitoraggio degli edifici e una per l’esecuzione delle opere. Dopo 3 giorni dall’ordinanza Tursi attiverà la procedura in danno e incaricherà un progettista di redigere il progetto così da avere un quadro economico del reale costo dell’opera. “Costo che verrà comunicato ai residenti – cotinua Fanghella – dopodiché saranno fatte tutte le procedure di progettazione e approvazione amministrative per iniziare i lavori entro 70 giorni, tempo minimo ammissibile, e poi via ai cantieri che dureranno 120 o 130 giorni solari”.
L’assessore sottolinea come queste siano stime di massima, ma che alla fine della prossima settimana il quadro dovrebbe essere abbastanza preciso. L’opera costituirà nella totale messa in sicurezza del fronte franoso e nel monitoraggio dello stabile. Sull’edificio esiste un contenzioso sulle responsabilità tra privati ma una perizia ha anche stabilito che il palazzo sul rio Fereggiano, dove vivono 170 persone, non è a rischio crollo. Quindi non sussisterebbero gli estremi per intervenire con somma urgenza. Di qui la necessità nell’intervento in danno.