La vertenza

Campi da padel di Albaro, Comune: “Progetto migliorato”. Residenti fanno quadrato: “Pronti a nuovi ricorsi” fotogallery

Confronto da amministrazione e residenti. Mascia: "Riqualificherà un'area fortemente degradata", ma i residenti: "Progetto da fermare"

padel albaro cassano

Genova. Continua la battaglia sul progetto presentato da Antonio Cassano per la costruzione di un nuovo impianto dedicato al padel sul tombinamento del rio Parroco ad Albaro, tra via Livorno e via Pisa. Ieri mattina l’incontro a Tursi tra assessore Mascia e i cittadini della zona, e in serata l’assemblea del comitato: il progetto aggiornato non convince i residenti che si preparano a una serrata battaglia legale.

“Abbiamo accolto con favore il riconoscimento da parte dei residenti che si tratta di un progetto molto meno impattante rispetto al primo – ha spiegato l’assessore Mario Mascia in una nota stampa – proprio perché sono stati recepiti gli input da loro stessi forniti in un precedente incontro che aveva ad oggetto la versione originaria. Tre punti, per noi essenziali, sono stati rispettati nel nuovo progetto: l’area verde verrà riqualificata e valorizzata con l’innesto di 100 piante di barriera su via Livorno ed un filare di 7 cipressi e 11 lecci su via Pisa. Abbiamo registrato anche la disponibilità dei residenti a costituirsi in consorzio per la gestione di aree di verde restituite alla pubblica fruibilità”.

Ma all’ottimismo dell’assessore risponde la determinazione dei residenti di via Livorno che puntano a fermare il progetto, considerato impattante e pericoloso dal punto di vista idraulico. Sono tanti – secondo il comitato – i dettagli che continuano ad avere un peso determinante e insostenibile. Secondo quanto riportato durante la riunione del mattino, nel nuovo progetto – che Genova24 ha mostrato in anteprima – i punti di altezza massima delle coperture dei campi non sforano il livello strada sul versante di via Pisa e quindi “non rientrano nella visuale diretta dei cittadini ivi residenti“. Per chi abita in via Livorno, invece, si parla “dei veri e propri hangar di undici metri di altezza per 20 si lunghezza che saranno costruiti davanti alle finestre dei residenti, con probabile perdita di valore immobiliare“, commentano i residenti.

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Le gestione del verde e la regimentazione delle acque rimangono tra i punti più “caldi”: “La proprietà ha recepito l’invito a inserire fusti più alti sul lato di via Livorno, per mitigare impatto visivo e anche acustico degli impianti sportivi – si legge nella nota stampa diffusa dal Comune di Genova a margine dell’incontro – Per incanalare i riversamenti di acqua piovana ed evitare l’allagamento dell’area è stata prevista una vasca di laminazione con sistema di pompaggio ad hoc”.

Due aspetti che contestati dai residenti: “Il saldo del verde resta negativo – spiegano – e aver inserito delle palme tra i tre campi e le cento piante che formeranno la siepe di confine non cambiano l’assetto di una vera e propria cementificazione. Inoltre abbiamo forti dubbi sulla reale tenuta del sistema idrico, visto che già oggi la vasca di laminazione risulta essere insufficiente, obbligando a periodici interventi di svuotamento. Su questi aspetti abbiamo dato le carte al nostro team tecnico per poter preparare nuove vie legali per fermare questo progetto che per noi rimane inacettabile“.

Ad oggi i ricorso pendenti sono due: il primo sulla delibera che toglie i vincoli alla costruzione di manufatti all’interno delle aree verdi strutturate, mentre il secondo è basato sul progetto, legato all’impatto ambientale, all’impatto acustico e al rischio idrogeologico. “Chiaramente aggiorneremo le carte in base alle nuove caratteristiche del progetto – spiegano dal comitato – ma sicuramente la nostra battaglia prosegue“.

Le conclusioni della giornata di incontri e confronti, quindi, sono diametralmente opposte. L’assessore Mascia ha parlato di “Un buon lavoro, con soluzioni decisamente migliorative dal punto di vista dell’impatto paesaggistico: nel merito, l’obiettivo di questa Amministrazione è riqualificare un’area fortemente degradata ed uscire dall’attuale fase di stallo, in cui la mancanza di una funzione del sito ha reso la zona non più una cornice pregiata degli edifici di Albaro, ma un contorno indecoroso di degrado e di abbandono”. Dall’altro lato i residenti della zona, che continuano a giudicare l’impianto in progetto come troppo impattante e fuori contesto: “Il nostro timore – aggiungono – è che con l’approvazione di questo impianto venga di fatto dato il via libera ad una stagione di nuove costruzioni per congiungersi con gli impianti di villa Gambaro e cancellare questa piccola valle verde nel cuore della città”

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