Salute

Pfas e rischio cancro per i vigili del fuoco, Traversi (M5s) presenta un’interrogazione alla Camera

Sono composti chimici usati anche per lo spegnimento degli incendi e i dispositivi di protezione dei pompieri

incendio baseco notte

Genova.  La prolungata esposizione ai Pfas è collegata ad effetti negativi sul sistema endocrino e all’insorgenza di alcuni tipi di cancro. Non lo diciamo noi, ma convalidati studi scientifici. Con il governo Conte, nel 2019 era stata diramata la circolare 26540 in cui venivano emanate le prime direttive finalizzate al miglioramento dell’attività di spegnimento degli incendi, mettendo al bando gli schiumogeni contenenti Pfas e prevedendo la transizione dai vecchi schiumogeni di tipo proteinico e fluoro proteinico ai nuovi schiumogeni di tipologia sintetica. La domanda ora è: a che punto siamo oggi?”. Lo chiede il deputato del M5S Roberto Traversi annunciando un’interrogazione ai ministri dell’Interno e del Lavoro e delle politiche sociali.

Si tratta di una famiglia di composti chimici largamente impiegati nella cosmesi, nel rivestimento delle padelle, nel packaging in cartone per alimenti, in gran parte dei prodotti tessili, nei materiali utilizzati per il mobilio e l’arredo, negli indumenti per sport outdoor, nelle vernici, nei pesticidi, nei prodotti farmaceutici, nelle schiume ignifughe e nei dispositivi di protezione individuale (Dpi) dei vigili del fuoco.

“A sollevare la questione è stata l’Unione sindacale di base – fa sapere il coordinatore provinciale del M5S Genova Stefano Giordano -, che da tempo auspica un intervento a livello centrale per favorire la transizione. Una transizione più che mai urgente, stando alle ricerche: in uno studio del 2017 dell’associazione no profit americana firefightercancersupport.org è stata esaminata l’esposizione chimica che si verifica durante l’estinzione degli incendi di emergenza e si è scoperto che i vigili del fuoco assorbono sostanze chimiche nocive, compresi gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), attraverso la pelle, riscontrandone da tre a più di cinque volte la quantità di sottoprodotti degli Ipa nelle loro urine dopo un incendio rispetto a prima dell’incendio. Da altri studi si evince che un vigile del fuoco ha il rischio maggiore del 29% di contrarre il cancro rispetto al resto della nostra popolazione e, ancor peggio, che i vigili del fuoco hanno un rischio maggiore del 68% di ricevere una diagnosi di cancro rispetto alla popolazione generale”.

“Alla luce dei dati, chiediamo se i ministri interrogati non reputino opportuno avviare azioni di tutela sanitaria specifica nei confronti della categoria dei vigili del fuoco, avviando anche uno studio a livello nazionale su tutta la categoria di lavoratori. E chiediamo se non reputino opportuno promuovere il riconoscimento dei parametri Inail per garantire ai pompieri lo status di lavoratori sottoposti a impieghi altamente e particolarmente usurante e invalidante”, conclude Traversi.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.