Disperazione

Detenuto 23enne in fin di vita piantonato all’ospedale, la madre: “Non me lo fanno vedere”

"Abbiamo l'ok del tribunale ma gli uffici del carcere alla domenica sono chiusi, temo di non vederlo più"

Ospedale San Martino, monoblocco
Foto d'archivio

Genova. “Non me lo fanno vedere nonostante la gravità della situazione non mi è stata data l’autorizzazione perché alla domenica gli uffici del carcere sono chiusi e nessuno può farci nulla, nonostante ci sia il via libera del tribunale. Sta male, i dottori mi riferiscono che non si riesce a svegliare, e io ho paura di poterlo vedere più”. Questa è la rabbia e la disperazione della madre del ragazzo di 23 anni che venerdì scorso è stato trasferito d’urgenza dal carcere di Marassi al reparto di rianimazione del San Martino di Genova.

Le condizioni del giovane sono difficilissime: arrivato in coma, al momento i medici lo stanno assistendo cercando di rianimarlo. Tutto è successo venerdì all’ora di pranzo, e a darne notizia è stata l’Uilpa Polizia Penitenziaria, che ha chiarito come il 23enne fosse “un detenuto italiano ristretto in prima sezione al piano terra, tossicodipendente”. Le condizioni del giovane sarebbero gravi, e non sono chiare le cause del malore.

Non sappiamo che cosa sia successo lì dentro – continua la madre – sappiamo soltanto che è in coma e che sta lottando per la vita”.  Il giovane, in carcere per reati di resistenza e danneggiamento, potrebbe aver ingerito un mix di sostanze, secondo quanto ha riferito Fabio Pagani, Segretario Regionale della Uilpa Polizia Penitenziaria. Ma al momento questa ipotesi non è ancora stata confermata definitivamente. “Questa notte dormirò qui – conclude la donna, che viene da fuori Genova – e domattina proverò a farmi dare questa autorizzazione dal carcere, sperando che non sia troppo tardi“.

 

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