Protesta

‘No al rigassificatore’, la catena umana unisce le spiagge da Savona a Sportorno contro il nuovo impiantosegui la diretta

Oltre dieci mila persone, insieme a decine di stabilimenti balneari, hanno dato vita alla protesta per fermare il progetto. Toti: "La crisi energetica non è affatto finita e per questo è fondamentale prepararci per tempo"

catena umana rigassificatore

Savona. Continua la mobilitazione di cittadini, associazioni e attività contro la decisione di installare un rigassificatore davanti alle coste di Vado Ligure. Oggi, come preannunciato, una grande catena umana composta da centinaia di persone ha ‘unito’ simbolicamente le spiagge del litorale tra Savona e Spotorno, al grido di ‘No al rigassificatore’, con decine di stabilimenti balneari coinvolti. La manifestazione è durata circa 21 minuti come i rintocchi della campana di piazza Mameli. Secondo gli organizzatori a partecipare alla mobilitazione oltre 10mila persone.

Non si placano, quindi, le polemiche contro il progetto sul nuovo e discusso impianto energetico: l’iniziativa pacifica ed apartitica è aperta a tutti i cittadini “al fine di preservare la bellezza naturale del nostro territorio e del nostro mare.

L’obiettivo – spiegano dal comitato provinciale “No al rigassificatore” – “è sensibilizzare la cittadinanza al progetto della Golar Tundra nella rada antistante Vado e Savona ed ai suoi rischi potenziali e possibili ricadute su ecosistema, salute e turismo. L’ambiente è un bene comune, che non abbiamo preso in eredità dai nostri genitori, ma in prestito dai nostri figli. E’ interesse di tutti proteggerlo e difenderlo”.

Il progetto prevede che la nave rigassificatrice Golar Tundra sarà spostata dal porto di Piombino (dove si trova ora) al largo della costa savonese (2,8 chilometri dal capoluogo e 4 km da Vado Ligure). La nave ha una capacità di stoccaggio pari a circa 170.000 metri cubi (fino a 5 miliardi di metri cubi all’anno) e ha dimensioni pari a circa 292,5 metri di lunghezza e 43,4 metri di larghezza. Sarà un impianto a ciclo aperto, quindi sfrutterà l’acqua marina (addizionata di ipoclorito di sodio) per riscaldare il Gnl e portarlo allo stato gassoso.

Quella di oggi pomeriggio è la seconda protesta contro il progetto. Infatti, segue la manifestazione in piazza a Vado dello scorso 23 agosto. A Savona e Quiliano, invece, nelle scorse settimane sono stati organizzati due incontri per approfondire con i cittadini i dettagli del progetto, con la presenza di centinaia di partecipanti.

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E per domani, lunedì 11 settembre, il sindaco di Carcare Rodolfo Mirri ha organizzato un incontro pubblico alla quale parteciperanno anche biologi e tecnici.

La questione approderà anche in Consiglio comunale a Savona. Nei giorni scorsi è stata convocata per martedì 12 settembre una commissione consiliare aperta alla quale sono stati invitati anche Toti e Snam e giovedì 14 settembre è previsto un consiglio monotematico.

Nel pomeriggio il commento del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti: “Prendiamo atto della manifestazione di protesta che si è svolta sulle spiagge tra Savona e Bergeggi – si legge in una nota stampa – Massimo rispetto per i cittadini; meno per chi, esclusivamente per sterile polemica politica finalizzata a raggranellare qualche voto, paventa rischi inesistenti, alimentando le paure dei residenti. Il tema della nave rigassificatrice riguarda Vado Ligure e l’Italia insieme: se vogliamo fare la doccia calda, scaldare case e ospedali, cucinare e produrre, se vogliamo vivere il gas è fondamentale. Sotto ogni casa, in ogni strada corre un tubo del gas. L’intera costa adriatica sarà interessata da nuove condotte per il gas. Chi protesta, si incatena e rilancia fantasiose previsioni apocalittiche, non vuole il rigassificatore nel territorio in cui vivi, ma vuole, eccome, il gas a casa propria: gas sì, ma impianti no. E dove metterebbero l’impianto per avere acqua calda a casa propria? Sempre a casa di altri. Direi che così non va”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, commissario di governo per il posizionamento della nave rigassificatrice Golar Tundra al largo di Vado Ligure nel secondo semestre del 2026 secondo quanto previsto dal Piano energetico nazionale, interviene a seguito della manifestazione di protesta di oggi, con la partecipazione di esponenti dell’opposizione in consiglio regionale”.

“La questione rigassificatore non riguarda solo Vado Ligure, Quiliano, Carcare, Cairo Montenotte e Altare – sottolinea Toti – ma l’Italia. Esattamente come il gasdotto Tap che sbarca in Puglia non riguarda solo i cittadini di quella zona: se oggi abbiamo potuto vivere nonostante il taglio del gas russo lo dobbiamo proprio a quel gasdotto, che molti non volevano. Il tema energetico riguarda il Paese: pochi mesi fa le famiglie non riuscivano a pagare le bollette e le imprese chiudevano licenziando i dipendenti. Oggi, solo perché al momento la pressione si è allentata, allora riteniamo inutile avere gasdotti e rigassificatori nuovi? Ma la crisi energetica non è affatto finita e per questo è fondamentale prepararci per tempo – chiosa Toti – di fronte ai prossimi aumenti”.

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