Lo sfogo

Giorgia, a 22 anni presa a pugni davanti al suo negozio in via San Luca: “Voglio restare, ma la sicurezza va garantita”

La ragazza ha aperto la sua attività un anno fa, e martedì pomeriggio è stata aggredita da un uomo per avergli chiesto di spostarsi dall'ingresso

via san luca

Genova. “Con i miei genitori abbiamo fatto i salti mortali per aprire questo negozio, abbiamo seguito un iter amministrativo lunghissimo e speso moltissimi soldi. E alla fine mi sono ritrovata a essere presa a pugni in pieno giorno davanti all’ingresso”. Giorgia ha 22 anni, e la determinazione e la grinta di un’imprenditrice ben più navigata.

Martedì pomeriggio è stata aggredita da un uomo davanti al negozio che ha aperto un anno fa in via San Luca, a pochi metri di distanza da quello, storico, che gestiscono i genitori. Vende articoli per animali, e ha sempre voluto avviare la sua attività vicino a quella di famiglia. Ventiquattro ore dopo un’esperienza che per moltissime persone sarebbe stata scioccante è tornata dietro al banco, perché “non ho abbastanza soldi per assumere un’altra persona. Mi dicono sempre che qui non dovrei stare da sola, ma non mi posso permettere di avere un aiuto”. E sola era martedì pomeriggio, quando è uscita dal negozio per chiedere a un uomo, un cittadino senegalese, di spostarsi dall’ingresso perché si era seduto proprio sulla rampa d’accesso e impediva il passaggio ai clienti.

“In un anno di attività, e in tutti quelli trascorsi nel negozio dei miei genitori, ho visto di tutto – racconta – non ci ho pensato troppo, sono uscita e gli ho chiesto di spostarsi. Lui si è alzato, ha preso uno degli espositori esterni e me lo ha messo davanti alla porta, poi si è messo a urlare, ha tirato fuori una pietra dallo zaino e mi si è scagliato contro”. Giorgia a quel punto è riuscita a scivolare sotto il braccio alzato dell’uomo e si è gettata in via San Luca, in mezzo alla gente, chiedendo aiuto e correndo verso il negozio dei genitori: “Nessuno ha mosso un dito – prosegue la ragazza – e lui continuava a inseguirmi e a minacciarmi con la pietra. Soltanto la titolare dell’agenzia di viaggi che è davanti al mio negozio, e mi conosce, quando ha capito cosa stava succedendo è intervenuta. Lei si è ritrovata un labbro spaccato, io sono stata presa a pugni in testa e sbattuta contro una saracinesca”.

Nel caos generale sono arrivati, a un certo punto, i carabinieri, che hanno bloccato l’uomo e lo hanno arrestato. Giorgia, sotto choc, ha chiuso il negozio, sulla porta un cartello scritto a mano “chiuso per aggressione”, ed è andata in ospedale a farsi medicare. Poi ha sporto denuncia: “Mi hanno detto che era sotto effetto di stupefacenti, e che è una persona con diversi precedenti di questo genere – prosegue guardando il viavai di persone in via San Luca – Quanto successo è soltanto uno dei tanti episodi. Lavorare qui significa avere a che fare con situazioni come questa su base quasi quotidiana. E questo nonostante che il Comune chieda decine di permessi e autorizzazioni e investimenti molto alti per aprire un’attività. Io devo essere perfettamente in regola, e lo rispetto, ma garantire la sicurezza e il decoro non è compito mio. Eppure mi ritrovo sola”.

Quella di Giorgia è soltanto una delle tante voci che nel corso degli anni si sono alzate per denunciare la complessa situazione in cui è inesorabilmente scivolata via San Luca, stretta tra spaccio, microcriminalità e degrado. La stretta via che taglia il centro storico da piazza Banchi a via del Campo è da tempo al centro di un dibattito sulla sicurezza che a oggi non ha ancora prodotto risultati concreti, e che ha fatto moltiplicare il numero di saracinesche abbassate e locali in cerca di nuovi affittuari. Poche, però, le persone disposte a investire in un’attività che rischia di non decollare mai.

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