Genova. Ha aperto il suo Boteco do Bonde amarelo (letteralmente la bottega del tram giallo, tipico di Lisbona), poco più di un anno e mezzo fa Marilia Oliveira, un piccolo gioiello di sapori e colori che la sera e la domenica rappresenta l’unico faro acceso su un via San Luca sempre più desertificata e risucchiata dal degrado.
Marilia, 34 anni, nata in Brasile da famiglia portoghese, ha l’ottimismo dei brasiliani e la tenacia dei portoghesi e racconta di come sia fiera di aver fatto del suo locale un piccolo presidio di resistenza: “Quando io sono aperta le cose in questa via vanno meglio, anche di domenica apro da sola anche per offrire un servizio ai turisti. E’ un lavoro anche politico e sociale quello che faccio, da un lato mi piace spiegare alle persone perché mangiare una cosa piuttosto che un altra, dall’altro nel mio piccolo sto cercando di migliorare un pezzetto intorno a me”.
Via San Luca ormai sinonimo di spaccio e degrado? Marilia non ci sta, non si arrende: “Ho accettato questa sfida di aprire in questa via bellissima: via San Luca è patrimonio dell’Unesco, ha palazzi meravigliosi e tutti dobbiamo averne più cura, dal Comune a noi ristoratori ai genovesi stessi”.
Il degrado è fatto a volte di piccole cose e anche i piccoli gesti possono cambiare la situazione: “Le cicche di sigaretta dovrebbero essere buttate nei posacenere , e cacche di cani vanno vanno raccolte, perché gli operatori dell’Amiu ci sono ma serve il contributo di tutti”.
L’appello della giovane ristoratrice è ai genovesi :”Il mio invito è che prendano possesso del loro centro storico. Se loro frequentassero in massa allontanerebbero il degrado e tante situazioni sconvenienti: a me viene il cuore piccolo quando sento dire da una cliente che il cibo che acquista lo porta via perché°il marito non vuole venire in centro storico. E’ una fama che è rimasta quella del centro storico come zona off limits e dobbiamo lavorare tutti perché non sia più cosi. Noi il nostro pezzetto lo facciamo mantenendo accese le luci in questo pezzetto di città.
Quello di Marilia e del marito Samuele è l’unico ristorante (tecnicamente è una bottega gastronomica) di tutta la via così “tutte le volte che vengono colleghi cuochi che vogliono aprire un’attività dico loro di venire in via San Luca perché credo che anche questo aiuti tantissimo. E’ questo il modello che ha funzionato molto in Portogallo: non è un ricetta segreta ma è un duro lavoro: in Portogallo hanno capito che ai turisti devono dare un servizio a tutto tondo e se tutti i locali sono belli e accoglienti la gente passa”.
Serve però un lavoro di squadra: “Da soli non si va da nessuna parte. A chi tiene chiuse le saracinesche piuttosto che affittare e accollarsi il rischio dico di ripensarci e di venire incontro ai giovani che hanno voglia di investire non chiedendo affitti improponibili, mentre al Comune chiederei degli incentivi per chi vuole aprire in questa via. Noi non ne abbiamo avuti, abbiamo investito qui sogni e soldi e continuiamo a crederci, ma se arrivassero dei finanziamenti tutti avremmo un beneficio”.
Intanto Marilia, dopo aver realizzato il suo sogno di una piccola attività “che è esattamente come la volevo io, in cui ogni giorno posso scegliere ogni ingrediente e decidere cosa potrò proporre ai miei clienti, dove posso farli sentire a casa e fargli scoprire i sapori del mio paese”, si è buttata in una nuova avventura: da martedì 4 febbraio è fra i protagonisti della nuova stagione di “Cuochi d’Italia”, il cooking show di Tv8. La prima sfida l’ha già vinta ed emozione a parte anche questa “è un’occasione per parlare della mia città e farla conoscere a tutti”.