Intervista

Covid, Icardi: “L’isolamento non ha più senso. Il vaccino? Forse potremo scordarcelo dal 2024”

Il Governo pronto a eliminare anche l'ultima misura emergenziale. L'epidemiologo del San Martino: "Il virus circola ancora ma non impatta sul sistema sanitario. Per anziani e fragili meglio avere ancora prudenza"

icardi vaccino

Genova. Da qualche mese non se ne parla più, eppure è tutt’altro che scomparso. Anzi, di Covid ci si ammala e si muore ancora. Ma l’impatto sul sistema sanitario è quasi irrisorio rispetto alle ondate dei primi due anni. Ed è per questo che il Governo da una parte si appresta ad abbattere anche l’ultima misura emergenziale, l’obbligo di isolamento dei positivi, e dall’altra prepara una circolare da inviare alle Regioni con le indicazioni sulla prossima campagna vaccinale. Che – incrociando le dita – potrebbe essere anche l’ultima, come spiega a Genova24 l’epidemiologo Giancarlo Icardi, direttore dell’unità operativa di igiene dell’ospedale policlinico San Martino di Genova.

Professor Icardi, anzitutto una fotografia della situazione. Come si sta comportando il virus Sars-Cov-2?

“Siamo in una fase di transizione o post-pandemia. Gli ultimi dati ufficiali parlano di circa un milione di casi in tutto il mondo, con circa 7 milioni di morti complessivi a livello globale. D’altra parte siamo oltre i 13 miliardi e mezzo di dosi di vaccino somministrate. Ecco perché parliamo di una circolazione che continua, ma sicuramente più limitata e con un virus che ha caratteristiche diverse. L’Italia rimane una delle regioni mondiali in cui si verifica un andamento ondulante, ma su numeri decisamente accettabili. Per avere un termine di paragone, a fine aprile eravamo a 20mila casi alla settimana, oggi siamo intorno ai 4mila-6mila. Abbiamo purtroppo qualche decina di morti, soprattutto nelle persone con più di 80 anni. Fortunatamente negli ultimi dieci giorni non abbiamo avuto ricoveri in terapia intensiva, ma una cinquantina di ospedalizzati ci sono stati.

E la Liguria?

“La Liguria viaggia sui 30-40 casi alla settimana, la metà sono in area metropolitana genovese, la restante metà nelle tre province. Non abbiamo avuto casi mortali né ricoveri in terapia intensiva”.

Quali varianti stanno circolando?

L’ultima sorveglianza richiesta a livello centrale è stata tra il 23 e il 30 luglio, una decina di giorni fa. Ci è stato chiesto di fare una decina di sequenziamenti. La variante Centaurus oggi rappresenta circa il 5% a livello nazionale, il resto è in gran parte Omicron con le sue diverse sottovarianti XBB. Tra queste, Hyperion e Kraken rappresentano la metà dei casi in Italia, gli altri sono prevalentemente Arturo e Acrux. La nuova variante battezzata Eris rappresenta circa il 9-10% dei casi nazionali, ha un’unica mutazione che la fa differire dalle varianti XBB e questo non fa pensare che possa essere più cattivo.

Quanto potrebbe incidere però il “sommerso” sulla valutazione dello scenario attuale?

“Di certo può portare a una sottostima dei casi reali, tuttavia quello che ci interessa è che non c’è un impatto sul sistema sanitario in termini di ospedalizzazioni né tantomeno di terapie intensive. Dunque non c’è nessun motivo di preoccupazione”.

Quindi ha senso mettere fine all’obbligo di isolamento per i positivi?

In questo momento in cui l’indice di contagiosità è intorno a 1, forse anche meno, l’isolamento non ha motivo di esistere. Considerato che la maggior parte delle persone ha fatto almeno un ciclo primario di vaccinazione, e considerata l’immunità ibrida fornita dalla malattia, è dimostrato che la contagiosità di questi soggetti è decisamente minore. Queste sono le evidenze scientifiche che portano il ministero della Salute a prendere questa decisione.

E se una persona accusa qualche sintomo e scopre di essere positiva, come deve comportarsi?

“È una questione di buonsenso. Se ho la febbre a 37,8 è buona norma non andare al supermercato e stare un paio di giorni a casa. Se uno ha un po’ di mal di gola o il naso che cola, sono sintomi non preoccupanti, quindi non c’è necessità di isolarsi.

Può aver senso mettere la mascherina?

“Sì, potrebbe essere opportuno indossarla magari salendo sull’autobus… ma mettiamoci nei panni della popolazione, dopo quasi tre anni di divieti risulta difficile pretendere o obbligare le persone a fare determinate cose quando il dato epidemiologico ci dice che non abbiamo un impatto sulla sanità. D’altra parte, in ottica di prudenza, è chiaro che nella stagione che verrà delle popolazioni target per il vaccino devono essere individuate”.

A proposito: con quali criteri sarà organizzata la prossima campagna vaccinale?

“Il Centro europeo per il controllo delle malattie infettive a giugno ha prodotto uno statement sull’argomento. I numeri dei casi sono tuttora elevati e, come in tutti i periodi di transizione post-pandemici, non possiamo sapere come sarà la stagione invernale, quindi è necessario un atteggiamento di precauzione. È vero che è diventato un virus di tipo influenzale, ma siccome di solito abbiamo tra i 2mila e gli 8mila morti in eccesso dovuti proprio all’influenza stagionale, è meglio seguire un principio di prudenza. Con l’avvento degli altri virus da freddo il sistema potrebbe andare di nuovo in sofferenza. Quindi, almeno per questa stagione (2023-2024), la prima del post-pandemia, si sta ragionando di offrire ancora in modo attivo gratuito la vaccinazione“.

A quali categorie di persone?

“Anzitutto i soggetti anziani e quelli vulnerabili, a prescindere dall’età, perché sono i soggetti che hanno il rischio maggiore di contrarre il Covid nel modo peggiore. Poi si può ragionare sulle donne in gravidanza. E l’operatore sanitario può essere considerato come target. Non parliamo di alcun obbligo, ma di offerte in modo attivo e gratuito, perché siamo in una fase diversa rispetto a quella che abbiamo vissuto nel recente passato”.

Quale vaccino verrà offerto?

“Parliamo di vaccini aggiornati: la preferenza è per un vaccino monovalente che contiene un’unica variante, orientato su Omicron. Quando è stato redatto il documento europeo, quella che circolava di più era la sottovariante Kraken, per cui possiamo dire che saranno vaccini prodotti sul ceppo XBB, cioè sostanzialmente Omicron“.

Questa campagna vaccinale contro il Covid potrebbe essere l’ultima?

“Andranno valutati passo passo l’evoluzione del virus, i casi che si manifestano, il peso che avranno sui sistemi sanitari. Se le cose continueranno ad andare in questo senso, a essere vaccinate saranno solo le persone più a rischio di essere ricoverate. Vedremo nel 2024, a seconda della strada che prenderà il virus, se ci potremo dimenticare la vaccinazione o se dovremo considerare che diventi una vaccinazione stagionale. Ma al momento sarebbe come guardare nella sfera di cristallo.

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