Altra versione

Treno negato ai disabili, l’associazione accusa Trenitalia e “scagiona” i passeggeri rimasti seduti

"Il disagio causato a noi è stato causato ai passeggeri dello stesso treno, Trenitalia doveva garantire il servizio"

treni stazione principe binari

Genova. “Non riteniamo modalità adeguata ipotizzare la discesa di trenta passeggeri, in quanto non sarebbero potuti rimanere sul mezzo neanche in piedi. Riteniamo che il disagio causato a noi sia un disagio causato anche ai passeggeri dello stesso treno che, informalmente, ci hanno espresso dispiacere e difficoltà“.

È quanto scrive in una nota Haccade!, l’associazione che accompagnava i ragazzi disabili rimasti giù dal treno che da Principe avrebbe dovuto riportarli a Milano perché i posti che avevano prenotato non erano più disponibili. Una versione, quella diffusa ai media, tesa a ridimensionare molto le responsabilità dei passeggeri, contro i quali Assoutenti presenta un esposto per violenza privata, e punta invece il dito contro la gestione di Trenitalia.

Il gruppo del progetto Turisti per Kaos, formato da 25 ragazzi e 5 accompagnatori, aveva trascorso le vacanze di Pasqua a Genova tra il 14 e il 18 aprile. “Per svolgere i nostri soggiorni siamo soliti a viaggiare con Trenitalia e, nonostante problemi comunicativi interni alla stessa che possono causare disguidi in materia di assistenza, non ci eravamo mai interfacciati con un problema di tale entità”, precisa l’associazione.

Ma ecco cosa succede a Pasquetta: “Siamo arrivati alla stazione di Genova Piazza Principe con un’ora di anticipo rispetto al treno regionale veloce 3075 delle ore 15.48 che avremmo dovuto prendere per recarci a Milano Centrale. Il personale di assistenza ci ha proposto, in quanto possibili sovraffollamenti dei treni in generale, di viaggiare per mezzo di un autobus: proposta da noi rifiutata in quanto aventi diritto, come da prenotazione e accordi presi. Inoltre, dovevamo poter garantire la discesa di una persona del gruppo alla fermata di Milano Rogoredo, cosa che l’autobus ha comunicato di non poter permettere in alcun modo”.

L’associazione Haccade! quindi aveva prenotato i posti sul regionale come comitiva, possibilità contemplata dal regolamento di viaggio di Trenitalia. Il treno era partito da Albenga con alcuni apparati vandalizzati, in particolare gli estintori. Così si è deciso di sostituire il convoglio a Savona, ma con un treno più piccolo: nell’operazione si sono perse due delle otto carrozze originarie e in questo modo la capienza è scesa di 150-200 posti. Risultato? “Il treno è arrivato al binario colmo di passeggeri ammassati in piedi sia nei vagoni che nei passaggi tra una carrozza e l’altra, pertanto il personale ferroviario e l’assistenza ci hanno invitato ad aspettare per capire come poter risolvere la situazione”, racconta l’associazione.

Sul binario è intervenuta la Polfer, ma non è stato possibile salire sul treno, poiché il treno viaggiava con almeno una carrozza in meno. Come associazione ci teniamo a sottolineare che questo spazio doveva essere garantito prima della salita dei passeggeri e non riteniamo modalità adeguata ipotizzare la discesa di trenta passeggeri, in quanto non sarebbero potuti rimanere sul mezzo neanche in piedi. Riteniamo che il disagio causato a noi sia un disagio causato anche ai passeggeri dello stesso treno che, informalmente, ci hanno espresso dispiacere e difficoltà”.

In altre parole, da quanto racconta l’associazione, i passeggeri che avevano occupato i posti riservati (secondo Trenitalia liberi fino all’arrivo a Principe) sarebbero stati invitati non solo ad alzarsi in piedi ma a scendere dal treno. Secondo l’azienda, invece, trenta persone in più sarebbero potute salire. Ma la Polfer, alla quale il personale di Trenitalia non ha chiesto di intervenire a bordo per far liberare i sedili prenotati, riferisce di un treno già stipato al massimo, con persone in piedi anche nei vestiboli delle porte.

La trattativa va avanti per una ventina di minuti, ma per non surriscaldare ulteriormente gli animi si decide per l’opzione più semplice: “Il segnale del treno è stato chiuso e ha maturato un ritardo di mezz’ora circa o più, fino a che non ci è stato comunicato che non c’era soluzione eccetto quella di prendere un autobus dedicato“, riferisce la nota di Haccade!. I ragazzi disabili, insomma, su quel treno non ci sono mai saliti. E il problema principale, stando al racconto dell’associazione, era che su quel treno non c’era posto per tutti.

Poi l’odissea è proseguita: “Siamo giunti a Milano più di due ore dopo l’arrivo previsto, in un autobus privo di servizi igienici e in condizioni climatiche non adeguate e senza informazioni su un luogo di arrivo preciso ipotetico in stazione Centrale (informazione necessaria per le famiglie delle persone del gruppo). L’autobus si è fermato in piazza Duca D’Aosta in una fermata dei bus Atm. Alla discesa non era presente nessuno: personale di assistenza o simili. La responsabile dell’ associazione coordinava telefonicamente gli interventi, parlando con riferimenti di Polfer e Trenitalia: a loro aveva spiegato la situazione e annunciato l’arrivo (avremmo dovuto avere assistenza anche a Milano Centrale, come da prenotazione)”.

“Oltre a ciò – prosegue il racconto – era impossibile recuperare le valigie in sicurezza, in quanto il portellone dei bagagli era affacciato alla strada e non al marciapiede. Abbiamo insistito con l’autista per richiedere un intervento dell’assistenza. Dopo averci detto di non avere contatti o informazioni al riguardo, ha contattato un responsabile (non meglio identificato) che ha riferito di non riuscire a comprendere dove ci trovassimo esattamente (nonostante indicazioni della responsabile del gruppo). La comunicazione è stata interrotta dall’autista che ha tolto alla stessa responsabile del gruppo il telefono, inveendole contro riguardo un presunto stato di disordine del bus (seppure sia stata posta attenzione da parte di tutti alla condizione dello stesso). Dopo un lasso di tempo in cui nessuno ha fornito assistenza al gruppo, né si è presentato sul luogo, le famiglie hanno provveduto a recuperare i bagagli in autonomia”.

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