Il caso

Treno negato ai disabili, Trenitalia: “Sdegnati, nessuno si è alzato”. La Polfer: “Non ci hanno chiamati”

La comitiva aveva prenotato i posti, ma il personale in servizio non ha chiesto l'intervento della forza pubblica. L'associazione Haccade! accusa Trenitalia: "Disagio causato a tutti i passeggeri". La Lega presenta un'interrogazione in Parlamento

treni treno pieno

Genova. “La Polfer è presente nelle stazioni ferroviarie, non so da cosa siano dettate le loro scelte. Noi abbiamo agito a bordo treno, che è l’ambito di nostra competenza. Abbiamo gestito la situazione col personale di bordo e di assistenza invitando i viaggiatori a liberare i posti che dalla stazione di Savona fino a Genova erano stati accuratamente tenuti liberi e riservati per questo gruppo di ragazzi. Ma nessuno si è alzato“. A spiegarlo è Giovanna Braghieri, direttrice regionale ligure di Trenitalia, dopo l’episodio dei ragazzi disabili rimasti in stazione costretti a prendere un bus sostitutivo a Principe perché i posti da loro prenotati sul treno erano occupati da altri viaggiatori che si sono rifiutati di liberarli, senza che nessuno li costringesse a farlo.

Ma se Trenitalia parla di “scelte” e non chiarisce se l’intervento della Polfer sia stato richiesto o meno dal personale, fonti qualificate negano di aver mai ricevuto l’input di intervenire “con la forza” per liberare il vagone, anche se a norma di legge ci sarebbero stati gli estremi per farlo. La strategia, insomma, è stata quella del “male minore“: evitare che la tensione superasse i livelli di guardia in una situazione di forte disagio. Il treno infatti era già strapieno: a causa di un atto vandalico a bordo del regionale 3075 Albenga-Milano (tra le altre cose erano stati danneggiati gli estintori) il convoglio era stato sostituito a Savona passando da 8 a 6 carrozze e perdendo circa 150 posti. Nel giorno di Pasquetta, in pieno controesodo dalle Riviere, con un ritardo già accumulato di oltre 20 minuti, un mix esplosivo.

Un caso che ha raccolto finora reazioni unanimi di sdegno dalla politica e che ha avuto grande risalto mediatico a livello nazionale. E mentre Assoutenti annuncia la presentazione di un esposto per violenza privata chiedendo di identificare i passeggeri coinvolti, l’azienda esprime “vivo dispiacere e sdegno per l’accaduto”, conferma che “rimborserà integralmente il biglietto a tutti i partecipanti” e difende il proprio operato: “Abbiamo cercato di offrire una soluzione alternativa di viaggio confortevole per questo gruppo di persone. Il viaggio avrebbe potuto proseguire rimanendo in piedi – prosegue Braghieri – ma abbiamo ritenuto di offrire un autobus di supporto dedicato a loro per raggiungere Milano”.

A quanto risulta, infatti, si trattava di una comitiva di ragazzi affetti da sindrome di Down, quindi non portatori di disabilità fisica. Ma l’associazione Haccade!, che li aveva seguiti da Milano a Genova per cinque giorni di vacanza in città, aveva provveduto a riservare per loro 25 posti (più 5 per gli accompagnatori), possibilità contemplata dal regolamento di viaggio di Trenitalia per i treni regionali, usufruendo inoltre della Carta Blu riservata ai disabili che consente di far viaggiare gratuitamente gli accompagnatori. Ed è in base a questa procedura che i passeggeri del treno avrebbero dovuto alzarsi e proseguire il viaggio in piedi (oppure a bordo del pullman che in realtà era già pronto in previsione del sovraffollamento a bordo). A maggior ragione perché – a quanto dice Trenitalia – i posti prenotati erano contrassegnati da appositi cartelli.

Nonostante venti minuti di trattative, così non è stato. “I viaggiatori sono stati controllati e possedevano un titolo di viaggio regolare – puntualizza la direttrice regionale di Trenitalia -. Per viaggiare su un treno regionale è possibile acquistare un biglietto che permette di avere la garanzia del viaggio che può essere effettuato sia in piedi che seduti, naturalmente col ritorno alla capienza al 100%”. Quei posti a sedere, però, erano regolarmente prenotati. “I viaggiatori sono stati invitati più volte da parte del nostro personale a lasciare liberi questi posti evidenziando che erano riservati a una comitiva di ragazzi disabili, ma questo invito non è stato minimamente accolto e siamo molto dispiaciuti. Abbiamo invitato gli altri viaggiatori a proseguire il viaggio in bus o in piedi, ma abbiamo ritenuto che fosse più confortevole riservare questo servizio ai ragazzi”.

Intanto però l’associazione Haccade! invia una nota in cui punta il dito contro Trenitalia: “Il personale di assistenza ci ha proposto, in quanto possibili sovraffollamenti dei treni in generale, di viaggiare per mezzo di un autobus: proposta da noi rifiutata in quanto aventi diritto, come da prenotazione e accordi presi – si legge -. Inoltre, dovevamo poter garantire la discesa di una persona del gruppo alla fermata di Milano Rogoredo, cosa che l’autobus ha comunicato di non poter permettere in alcun modo. Il treno è arrivato al binario colmo di passeggeri ammassati in piedi sia nei vagoni che nei passaggi tra una carrozza e l’altra, pertanto il personale ferroviario e l’assistenza ci hanno invitato ad aspettare per capire come poter risolvere la situazione”.

“Sul binario è intervenuta la Polfer, ma non è stato possibile salire sul treno, poiché il treno viaggiava con almeno una carrozza in meno. Come associazione ci teniamo a sottolineare che questo spazio doveva essere garantito prima della salita dei passeggeri e non riteniamo modalità adeguata ipotizzare la discesa di trenta passeggeri, in quanto non sarebbero potuti rimanere sul mezzo neanche in piedi”. Trenitalia smentisce questa circostanza e sostiene che ai viaggiatori seduti sui posti riservati sia stato proposto anche il viaggio in piedi come alternativa al bus. “Riteniamo che il disagio causato a noi sia un disagio causato anche ai passeggeri dello stesso treno che, informalmente, ci hanno espresso dispiacere e difficoltà. Il segnale del treno è stato chiuso e ha maturato un ritardo di mezz’ora circa o più, fino a che non ci è stato comunicato che non c’era soluzione eccetto quella di prendere un autobus dedicato”.

L’odissea sarebbe poi continuata una volta arrivati nel capoluogo lombardo: “Siamo giunti a Milano più di due ore dopo l’arrivo previsto, in un autobus privo di servizi igienici e in condizioni climatiche non adeguate e senza informazioni su un luogo di arrivo preciso ipotetico in stazione Centrale (informazione necessaria per le famiglie delle persone del gruppo). L’autobus si è fermato in piazza Duca D’Aosta in una fermata dei bus Atm. Alla discesa non era presente nessuno: personale di assistenza o simili. La responsabile dell’associazione coordinava telefonicamente gli interventi, parlando con riferimenti di Polfer e Trenitalia: a essi aveva spiegato la situazione e annunciato l’arrivo (avremmo dovuto avere assistenza anche a Milano Centrale, come da prenotazione)”.

“Oltre a ciò – prosegue l’associazione Haccade! era impossibile recuperare le valigie in sicurezza, in quanto il portellone dei bagagli era affacciato alla strada e non al marciapiede. Abbiamo insistito con l’autista per richiedere un intervento dell’assistenza. Dopo averci detto di non avere contatti o informazioni al riguardo, ha contattato un responsabile (non meglio identificato) che ha riferito di non riuscire a comprendere dove ci trovassimo esattamente (nonostante indicazioni della responsabile del gruppo). La comunicazione è stata interrotta dall’autista che ha tolto alla stessa responsabile del gruppo il telefono, inveendole contro riguardo un presunto stato di disordine del bus (seppure sia stata posta attenzione da parte di tutti alla condizione dello stesso). Dopo un lasso di tempo in cui nessuno ha fornito assistenza al gruppo, né si è presentato sul luogo, le famiglie hanno provveduto a recuperare i bagagli in autonomia”.

“È stato uno straordinario weekend per il turismo e la prima Pasqua con possibilità di muoverci dopo il Covid, qualche idiota ha deciso di rovinarla soprattutto a quei ragazzi che non sono saliti in treno, ma poi anche a tutti gli italiani che credono nella civiltà e nella solidarietà – ha commentato ancora il presidente ligure Giovanni Toti -. Questo contrasta un po’ con quella voglia di unità nazionale e di stare tutti insieme: c’è qualcuno che alla prima occasione di tutela dei cittadini un po’ più fragili che hanno diritto forse più degli altri a godersi un giorno di sole dopo questi due anni ha deciso di sciuparla così”.

Mi auguro che tutti i soggetti interessati, dalla Polfer a Trenitalia, intervengano oltre alla scuse. Immagino che in una stazione affollata, con un treno che non era partito a causa di atti vandalici, qualcuno abbia voluto evitare di far degenerare la situazione. Dopodiché mi indigna ancora di più l’idea che far sedere un ragazzo disabile, cosa che dovrebbe accadere anche se hai il tuo posto prenotato e lui non lo avesse, diventi un tema di ordine pubblico”, ha aggiunto Toti.

Intanto la Lega sta predisponendo “un’interrogazione al Governo” sul caso “Abbiamo sentito il ministro Erika Stefani che da subito si è attivata per far luce su quello che è accaduto”. Lo scrive in una nota il deputato della Lega Lorenzo Viviani.

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