Genova. “Durante la pandemia si è sentito spesso parlare di giovani, la maggior parte delle volte con tono critico, gli untori quelli che ad agosto erano in discoteca ma nessuna istituzione si è preoccupata veramente di noi e della nostra formazione” dice Bianca Capponi del liceo Colombo davanti a un centinaio di studenti che in sit in questa mattina hanno manifestato in piazza Matteotti per dire basta con la didattica a distanza.
“Nessuno ha preso davvero in considerazione il fatto che noi, studenti e quindi non prodottivi e perciò sacrificabili siamo anche saremo i protagonisti della società del domani. Ormai ci è chiaro che non siamo la priorità, che siamo trascurabili e questo ritorno in dad, l’ennesimo, ce l’ha dimostrato. Hanno deciso di toglierci pure il 50% un compromesso che seppur distante dall’obiettivo poteva darci ancora una parvenza di normalità”.
“Non eravamo noi quelli che se stavamo troppo davanti a uno schermo eravamo dei falliti o dei fannulloni” aggiunge poco dopo Guglielmo che frequenta la stessa scuola.
In piazza ci sono gli studenti di diverse scuole genovesi, dal Cassini al Bernini dal Leonardo al Deledda. Sono stanchi di passare le giornate davanti al pc e stanchi di non essere ascoltati: “Siamo già scesi in piazza cinque volte dall’inizio della pandemia – ricorda Lucia Piccolo del collettivo 16cento, che ha organizzato la protesta insieme al collettivo Edera e a quello del Deledda – ma evidentemente quello che pensiamo non interessa al Governo né alla Regione che ci hanno chiuso di nuovo anche se l’indice di contagiosità nelle aule scolastiche è molto basso, dello 0,24%”
“E’ troppo difficile seguire le lezioni sempre davanti a un computer e non vedere mai i nostri compagni e senza poter relazionarsi con gli altri- racconta uno studente del Leonardo, uno dei tanti che tiene in mano un cartello contro la Dad – siamo qui perché non possiamo più accettare questa situazione e vogliamo tornare a scuola”. La ragazza seduta accanto lui ricorda anche la disuguaglianza tra gli studenti che la Dad amplifica: “Quando siamo in Dad molti studenti non riescono a seguire le lezioni e gli insegnanti spesso esagerano con i compiti. Di noi si parla troppo poco e nessuno ci dà le giuste attenzioni”
Rispetto alle proposte che stanno circolando di allungare il calendario scolastico a fine giugno o di proporre una sorta di scuola estiva, gli studenti sono contrari: “Abbiamo subito questo tipo di scuola ma noi ogni giorno seguiamo le lezioni e facciamo i compiti, per cui a questo punto si organizzino per il 15 settembre a sto punto”.