Regione

Centri di accoglienza in Liguria, Senarega scrive a Prefetto ed Anci per conoscere i flussi

Genova,  i profughi arrivano nella struttura di Quarto

Liguria. “Mi chiedo se esista un monitoraggio dei flussi di entrata ed uscita dei profughi ospitati nei centri di accoglienza della Liguria. Per questo ho scritto sia al Prefetto, sia ad Anci in quanto referente della rete Sprar, dopo le insistenti voci di allontanamenti volontari o dovuti a provvedimenti emessi dalle Autorità competenti in alcune strutture di accoglienza, come ad esempio l’ex palazzina della parrocchia di Sussisa (Sprar) e il convento di Camogli gestito con i bandi della Prefettura”.

Il consigliere regionale della Lega Nord Franco Senarega non ci vede chiaro su l’intera gestione legata all’accoglienza dei migranti in Liguria. Per questo ha deciso di scrivere sia al Prefetto, Fiamma Spena, sia ad Anci in quanto cofirmataria con il Ministero dell’Interno per la gestione della rete Sprar (Servizio centrale di protezione del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), per conoscere i dati relativi agli allontanamenti volontari dai centri di accoglienza o dovuti a provvedimenti emessi dalle Autorità competenti.

“Ho chiesto a sua Eccellenza il Prefetto – dice Senarega – di conoscere inoltre i dati relativi alle presenze nei centri di accoglienza presenti nel territorio di sua competenza, mentre ad Anci ho chiesto informazioni riguardo il monitoraggio dei flussi di entrata ed uscita dalle strutture che accolgono i migranti inseriti però all’interno della rete Sprar. Ho fatto questa distinzione in quanto sembrano esistere alcune differenze nel sistema di accoglienza della Prefettura e dello Sprar”.

Il consigliere del Carroccio fa riferimento, a tal proposito, ad un fatto accaduto di recente proprio nella zona del Golfo Paradiso, che ha visto protagonista una profuga nigeriana assieme al proprio bimbo di pochi mesi.

“Da quanto appreso dalla stampa locale – racconta Senarega – la donna assieme al figlio sono stati trasferiti a Sussisa in uno degli appartamenti dell’ex palazzina della parrocchia. Il motivo? Nell’istituto religioso di Camogli dove erano stati accolti, i bambini non percepiscono una diaria giornaliera. Invece a Sussisa sì, perché il centro di accoglienza non fa riferimento alla Prefettura ma allo Sprar. Quindi le suore non ospitano più le neo mamme poiché la Prefettura non riconosce la diaria ai neonati? Alla faccia della carità!”.

Intanto continuano a circolare voci insistenti di immigrate allontanate dal centro religioso di Camogli, proprio perché responsabili di comportamenti inopportuni.

«E’ evidente che questi centri di accoglienza – aggiunge Senarega – non riescano a garantire l’integrazione e sembrano rispondere ad altre logiche».

In attesa di avere risposte da parte della Prefettura e di Anci sui quesiti posti, il consigliere del Caroccio ricorda come proprio nel maggio dello scorso anno fece un sopralluogo davanti all’ex asilo parrocchiale San Giuseppe a Sussisa, per ricordare che non ci sono solo gli immigrati da accogliere nelle strutture a disposizione sul territorio, ma anche tanti liguri, genovesi e abitanti del Golfo Paradiso che meriterebbero un’accoglienza degna e un aiuto concreto.

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