Petrolchimico

Petrolchimico e piano regolatore portuale, i municipi: “No a derby tra Sampierdarena e Multedo”

Via al confronto a Tursi. Bernini a Merlo: "Dateci le mappe del rischio ambientale". In porto a Sampierdarena anche un deposito di gas naturale da 30 mila metri quadri

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Genova. “Quello di oggi è solo il primo passaggio di una discussione che coinvolgerà tutti, compresi i municipi e i cittadini, nei prossimi mesi, perché dall’approvazione da parte del comitato portuale del piano che vi mostriamo oggi partirà la valutazione ambientale strategica dove gli aspetti più sensibili del piano verrano affrontati prima di arrivare a una decisione”. Il presidente dell’autorità portuale Luigi Merlo di fronte alla commissione Territorio di Palazzo Tursi mette le mani avanti per provare a tranquillizzare abitanti e municipi in particolare su quello che è oggi il nodo più controverso del nuovo piano, vale a dire lo spostamento dei depositi di Carmagnani e Superba. “Ci sono varie opzioni e avremo un percorso lungo e condiviso che coinvolgerà tutti”.

Presenti nell’aula rossa tre municipi su nove e in particolare i due direttamente interessati dalla questione petrolchimico. “Quel che è certo è che non ci sarà un derby tra Sampierdarena e Multedo” dice il presidente del municipio Ponente Mauro Avvenente. “E’ ovvio che c’è una grandissima differenza tra avere i depositi costieri a 10 metri dalle case o a un chilometro e le soluzioni devono prevedere il maggior allontanamento possibile, ma qualunque soluzione venga prospettata serva una una prospettiva di speranza per gli abitanti”. La ‘speranza’ era quelli dei cittadini di Sampierdarena, che dopo decenni di servitù, avevamo finalmente la prospettiva di liberarsi della centrale Enel sotto la Lanterna, con una prospettiva di una riqualificazione dell’area. Ora però una delle opzioni (forse al momento la più accreditata) prevede il trasferimento dei depositi costieri di Carmagnani e Superba al suo posto. Una sorta di “suddivisione del rischio” sostiene Tursi: il porto petroli resta a Multedo (e prevede anche la realizzazione della nuova piattaforma offshore) e i depositi, che non possono stare nel tessuto urbano, vanno a Sampierdarena. Cittadini e Municipio hanno annunciato fin da subito un’opposizione forte.

Oggi a fare le veci del presidente del municipio Centro Ovest Franco Marenco c’era la capogruppo del Pd Daniela Minetti: “Palleggiare servitù da un quartiere all’altro è una posizione che mette in difficoltà i rapporti tra i municipi senza dare una risposta a Genova. Il petrolchimico comporta una serie di spostamenti su rotaia o su gomma che non possono essere trascurati” dice. “Apprezziamo che l’autorità portuale abbia presentato più varianti perché riteniamo che quella della Lanterna sia una soluzione sbagliata e domenica lo dimostreremo ai cittadini con la passeggiata che abbiamo organizzato insieme a urbanisti e ingegneri. Credo che l’opzione di collocarli sulla diga sia quella di cui parlare e vogliamo lavorare insieme al monicipio del ponente per trovare una soluzione per gli abitanti di tutta la città”.

Intanto la prima giornata di dibattito (una seconda commissione si terrà il prossimo 10 aprile) ha fatto emerge alcuni contrasti noti (e meno noti) tra l’autorità portuale e il Comune: “Il primo elemento che crea criticità è di carattere ambientale: non è ancora stato presentato l’equivalente del nostro RIR, cioè il rischio di incidente rilevante in quanto noi nel puc abbiamo imposto alcuni comportamenti restrittivi dove per esempio non si possono costruire scuole o case in aree considerate a rischio anche al di là di quanto prevede la legge. Ma dovremo fare lo stesso anche in ambito portuale quindi devono darci al più presto il materiale per fare questa analisi comune perché potrebbe voler dire che in alcuni parti della città già oggi non si possono fare alcune cose. Pensiamo ai depositi già esistenti adesso a Sampierdarena, a Multedo la doppia presenza dei depositi petroliferi e dei depositi chimici. Quello che ci ha un po convinto del piano di spostamento è proprio la divisione del rischio. Ancora, “il fatto che vengono previsti 30 mila metri quadri di depositi per i gas metano, che potrebbero anche essere messi in sostituzione degli attuali depositi Eni di calata Oli minerali è un aspetto che va valutato.

“Altra questione da affrontare -prosegue il vicesindaco – riguarda tematiche legate all’accessibilità terrestre al porto, vale a dire il transito dei mezzi su rotaia e su gomma da e per il porto di Genova. Anche qui avremmo bisogno di un piano della mobilità per avere una compatibilità tra traffico cittadino e traffico portuale. Da qui alla prospettiva a trent’anni di un ‘porto immateriale’ dove ci sarà un minor transito di mezzi, bisogna affrontare questo tema, che oggi vede container a Borzoli,in Valpolcevera. Si farà l’autoporto? dove?”

Infine il tema da sempre al centro di contrasti delle aree della Fiera e dell’accesso al porto con la rivoluzione delle aree delle riparazioni navali “Un accesso – dice Bernini – che mantiene criticità anche rispetto alla compatibilità tra uso turistico e uso industriale delle aree. E la scelta di autorità portuale arriva a un dettaglio della mobilità sulla questione che è invece di programmazione urbanistica cittadina”.

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