Genova. E’ stata respinta sabato la richiesta di incidente probatorio formulata dagli avvocati Romano Raimondo e Pasquale Tonani, difensori rispettivamente del comandante della Jolly Nero Roberto Paoloni e del primo ufficiale Lorenzo Repetto, ma solo oggi, sono note in dettaglio le motivazioni con cui il giudice per le indagini preliminari Ferdinando Baldini ha rigettato gli accertamenti richiesti sulla collocazione della torre piloti e sul ruolo dei rimorchiatori.
“Gli accertamenti peritali richiesti non si profilano suscettibili di elidere i numerosi profili di responsabilità allo stato emersi” nei confronti degli indagati ai quali, ricorda il Gip “viene contestato di avere travolto un manufatto del tutto visibile la cui posizione era agli stessi ben nota così come la conformazione dei luoghi dove avvede la manovra”. Ripetuti episodi di “negligenza” e “imperizia”, così il responsabile del fascicolo sul crollo della torre dei piloti aveva definito i comportamenti degli indagati. E il provvedimento di sabato è in linea con l’ordinanza che ha sospeso dal servizio Paoloni, Anfossi e Repetto.
In pratica, spiega Baldini, anche se ci fossero delle concause alla tragedia del 7 maggio “avrebbero rilevanza indubbiamente minimale”. Quello che chiedono gli avvocati del comandante Roberto Paoloni e del primo ufficiale Lorenzo Repetto è, secondo il gip, “un’indagine a tutto campo” “volta ad individuare eventuali corresponsabilità in capo a soggetti al momento, oltre tutto, non indagati, né indagabili e, in parte, nemmeno individuati.
Per quanto riguarda la richiesta di indicente probatorio sull’azione dei rimorchiatori, inoltre, “la stessa non risulta corroborata da apprezzamenti di carattere tecnico atti a smentire le chiare conclusioni cui è pervenuto il pm circa l’impossibilità per in rimorchiatori di influire in maniera determinate sui tragici eventi.