Genova. Una parabola discendente: la crisi di Fisia Italimpianti non conosce fine. Ancora tra i leader mondiali nel settore della dissalazione di acqua di mare, l’unica società italiana operante nel comparto, sembrava che quest’estate potesse risalire la china, con un paventato carico di lavoro da 1 miliardo di dollari in arrivo a giugno dall’Arabia Saudita e il futuro pagamento del famoso inceneritore di Acerra, costruito, consegnato e mai pagato.
Così non è stato e dopo nove mesi i lavoratori dell’azienda di proprietà al 100% del Gruppo Impregilo e con sede a Genova, tornano a bussare alle porte della Regione per chiedere un intervento rapido nei confronti della proprietà.
Lo scenario è preoccupante: “Recentemente 44 lavoratori su 120 sono stati messi in cassa integrazione a zero ore più una trentina che fanno quindici giorni si e quindici no – spiega il delegato Rsu, Roberto Rossi – siamo seriamente preoccupati, l’azienda a giugno ne aveva già approffitato per tranquillizzare l’assessore Vesco sostenendo che stava arrivando un lavoro da 1 miliardo di dollari in Arabia Saudita e nel frattaempo aveva chiesto il pagamento per l’incenitore che Fisia ha costruito ad Acerra alcuni anni fa”.
L’inceneritore sarà pagato, secondo quanto previsto nel multiproroga ma l’azienda ha comunque comunicato ai lavoratori che “non c’è abbastanza lavoro per tutti”. Inoltre Impregilo ha recentemente spiegato che Fisia “avrebbe dovuto arrangiarsi da sola e il modo è stato mettere in cassa a zero ore 45 persone, tra cui tutti e tre i delegati sindacali”.
Oltre il danno si è aggiunta la beffa: non c’è lavoro per tutti ma in Fisia stanno facendo colloqui per assunzioni consulenze esterne. “L’azienda spiegherà che ci sono figure professionali scoperte – sottolinea Rossi – noi rispondiamo che esistono possibilità per riconvertirci. In questi anni invece non hanno pensato a darci un’oppportuna professione ma solo a eliminare il maggior numero di persone, 110 in 3 anni. Eravamo 230 ora su Genova siamo 120 dipendenti, di cui 44 in cassa a zero ore”.