Valpolcevera

Frana a Trasta, sei giorni per una viabilità alternativa: i residenti accusano il Cociv

Garantiti i collegamenti di emergenza con le famiglie residenti e tre comunità terapeutiche. La strada era pericolante da tempo, era stato istituito un senso unico alternato già nel 2020

Generico novembre 2023

Genova. A due giorni dalla frana che ha distrutto un tratto di salita Ca’ dei Trenta, strada che sale dai Barabini di Trasta alle colline, il Comune, attraverso Aster, ha iniziato a lavorare all’apertura di una viabilità alternativa, cercando di rendere percorribile via Rocca dei Corvi, poco più di un sentiero ma al momento l’unico modo per fare arrivare auto e mezzi di soccorso a 70 persone e a tre strutture per malati psichiatrici del Ceis, che da giovedì sera sono isolate.

“Per realizzare la viabilità alternativa ci vorranno cinque o sei giorni – spiega il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi – alcune auto sono già state evacuate e i collegamenti di emergenza sono garantiti ma per consentire i passaggi quotidiani dei residenti servirà ancora qualche giorno, tenendo conto che per il recupero della salita Ca’ Dei Trenta i tempi rischiano di essere molto lunghi”.

La viabilità alternativa sfrutta un collegamento che da Borzoli, attraverso via Dei Rebucchi, sale sulle alture e si ricongiunge con la zona di Trasta attraverso salita della Costiera e Rocca dei Corvi. A oggi invece il passaggio dei residenti – pedonale – è possibile grazie a un privato che, in sostanza, ha aperto le porte del suo giardino.

I residenti della zona, riuniti in un comitato, da anni puntano il dito contro il Cociv, contractor dei lavori del Terzo Valico, e sostengono che non solo le piogge ma anche sette anni di lavorazioni e vibrazioni abbiano concorso a creare le fratture nel terreno che hanno determinato la frana.

Salita Ca’ de Trenta è da anni pericolante. Già nel 2020 erano state posizionate alcune transenne sul limite esterno della carreggiata, ed era stato istituito un senso unico alternato. Ancora prima si erano iniziati a vedere i primi segni di fragilità del terreno. “Sono anni che chiediamo attenzione – dicono – anni che diciamo che la strada poteva crollare a causa delle continue vibrazioni, anni che non dormiamo, e adesso ci troviamo isolati”.

Sono state attivate da parte della Protezione civile della Regione Liguria e del Comune le procedure per garantire un presidio sanitario alle famiglie e alle comunità terapeutiche del Ceis.

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