Genova. Come ogni autunno Covid, da ormai 4 anni, Alisa ha approntato il piano invernale di preparedness ospedaliero. E anche quest’anno il principale hub Covid sarà il Galliera. Esattamente un anno dopo lo storico sciopero promosso da Fp Cgil e Uil Fpl in questo ospedale, nel quale sembravano essere state recepite, da parte della Regione, le giuste istanze dei lavoratori ormai esausti da carichi di lavoro insopportabili e da premi di produttività collettiva molto al di sotto di quelli di altre realtà ospedaliere cittadine, proprio a causa dello svuotamento dei fondi contrattuali determinato dalle continue riconversioni dei reparti ordinari in reparti Covid, oggi ci risiamo”.
È quanto denunciano in una nota stampa Luca Infantino, segretario generale della Fp Cgil Genova, e Luca Mantero della Rsu Fp Cgil dell’ospedale Galliera.
“Un ospedale già con un numero di posti letto e di personale esiguo che, in tutte le casistiche di accettazione (territorialità, manifestazioni cliniche lievi e gravi) e in 3 delle 5 fasi di eventuale evoluzione pandemica, sarà il principale centro di assistenza genovese per i pazienti Covid“, ricordano i sindacalisti
Ma non non solo: “Con queste direttive di Alisa, anche nell’auspicabile caso di una mancata espansione del Covid, tutte le normali manifestazioni influenzali stagionali, verranno dirottate al pronto soccorso del Galliera fino alla completa saturazione del pronto soccorso e dei reparti“.
“Una scelta reiterata, per il quarto anno consecutivo, e incomprensibile da parte di una Regione che non riesce a proporre schemi diversi a quelli consolidati, seppur oggettivamente fallimentari per i lavoratori e per i pazienti, che sceglie di far collassare in primis, ancora una volta, il Galliera e in seconda battuta Villa Scassi. Sono necessarie risorse per nuove soluzioni e una capacità programmatoria che tenga insieme la totalità delle strutture genovesi. Invece questa appare come una scelta politica che poco ha a che vedere con una rete di emergenza/urgenza e di un sistema ospedaliero realmente integrato ad esclusiva tutela della salute dei genovesi”, concludono Infantino e Mantero.
Alle accuse dei sindacati ha replicato Alisa: “In merito a quanto sostenuto da Cgil sul piano di preparedness in area metropolitana genovese nel quale sono indicati gli indirizzi operativi con i posti letto per eventuali pazienti Covid-positivi, Alisa precisa che il confronto sul piano di preparedness tra Alisa e i direttori sanitari delle strutture è attivo da settimane e proseguirà costantemente anche nell’ambito del gruppo operativo che si occupa dell’emergenza in area metropolitana genovese. La distribuzione dei posti letto tra le diverse strutture – aggiunge l’azienda -è dinamica e flessibile in relazione all’andamento del quadro epidemiologico e al monitoraggio condotto da Alisa sulla pressione sugli ospedali rappresentata per fasi. Il piano è stato revisionato in relazione al decreto n 105 08/2023 s.m.i. che ha sensibilmente ridotto le restrizioni per i pazienti Covid. È demandato al direttore sanitario di ogni struttura definire specifiche indicazioni in relazione alle misure di prevenzione e protezione”.