Effetti collaterali

Invasione di mosche, zanzare e cimici? L’esperto di insetti: “Colpa del caldo fuori stagione”

L'entomologo Loris Galli dell'Università di Genova: "In queste condizioni climatiche il ciclo degli insetti si prolunga. E prosperano le specie tropicali"

mosche

Genova. Dalle mosche ai moscerini della frutta, dalle zanzare alle cimici, passando per una presenza molto meno fastidiosa ma altrettanto insolita: il canto dei grilli nelle ore serali. In molti, di pari passo con le temperature ancora estive aggravate da elevati tassi di umidità, stanno notando quella che appare come un’invasione generalizzata di insetti che induce molti a correre ai ripari con prodotti chimici e altre misure difensive. Un fenomeno che si riscontra non solo a Genova e in Liguria, ma in tutta Italia e in generale nelle zone dove l’autunno sembra ancora lontano.

Ma, al di là delle impressioni, si tratta davvero di una proliferazione anomala? A rispondere è Loris Galli, entomologo dell’Università di Genova, che abbiamo contattato per avere qualche chiarimento qualificato: “Che si possa scientificamente parlare di esplosioni demografiche è difficile. Di nessuna specie sono stati fatti studi per giungere a un censimento mirato delle popolazioni, fatte salve singole località a macchia di leopardo. Manca dunque un supporto numerico per capire se ci sia stata una crescita effettiva. A proposito della cimice asiatica mi è capitato di sentir dire che quest’anno sono pochissime, altri sostengono che non ne hanno mai viste così tante. A volte possono essere situazioni localizzate”.

Quindi la sensazione di essere attanagliati è solo un’illusione? Non proprio. Il legame tra clima e insetti esiste ed è oggettivo: “Senza dubbio il caldo favorisce il successo riproduttivo di molte specie – continua Galli -. Se ai primi di ottobre il clima è paragonabile a quello di agosto, il ciclo annuale si prolunga. Nella maggior parte dei casi gli insetti hanno cicli legati alla disponibilità di cibo nell’ambiente: l’insetto impollinatore si troverà nello stadio adulto in primavera-estate, periodi in cui fioriscono le piante e in cui li possiamo osservare, visto che le uova e le larve non le notiamo. Lo stesso accade per le specie che si cibano di frutti. E, di norma, i momenti in cui vediamo una maggiore quantità di insetti adulti in giro è la bella stagione. È chiaro che, se l’estate si prolunga, si prolunga anche la presenza degli insetti, quindi succede che ci troviamo con un sacco di mosche e zanzare anche se non possiamo avere un riscontro oggettivo di questo”.

Ed è vera anche la sensazione che le zanzare siano più aggressive? “Parliamo sempre di animali a sangue freddo: più fa caldo e più sono attive e abbondanti. Per questo è anche più facile che pungano: il loro ciclo viene accelerato e dunque anche la maturazione degli ovari nelle femmine, che hanno bisogno di cibo per riprodursi”.

Quanto questi cambiamenti possano incidere sulla catena alimentare e sull’ecosistema in genere è altrettanto difficile da prevedere: “Purtroppo la biologia non è una scienza esatta, non esistono leggi come quelle fisiche – prosegue l’entomologo dell’Università -. Ma si possono fare alcune previsioni: è probabile che certe specie legate a climi più caldi siano destinate ad aumentare e ad espandersi verso nord, mentre quelle legate ai climi più freschi regrediranno spostandosi in alta montagna. Per quanto riguarda le conseguenze a lungo termine di queste mutazioni, non è immediato ricostruire il rapporto causa-effetto”.

Tra gli insetti favoriti dal surriscaldamento c’è ad esempio la cimice asiatica, ma anche le specie aliene che importiamo grazie ai trasporti di merci e persone, in particolare “quelle provenienti da aree tropicali e subtropicali“, avverte l’esperto. Per citarne una, la Aedes aegypti, vettore del virus Dengue e della febbre gialla.

Nell’attesa che arrivi un po’ di fresco autunnale in grado di eliminare le presenze più fastidiose (tra qualche giorno lo scenario potrebbe cambiare, secondo i meteorologi) i metodi per difendersi sono sempre gli stessi: “Non c’è una panacea che funzioni bene con tutte le specie. Il ddt, oltre ad essere molto dannoso, ha funzionato finché le specie non hanno sviluppato una sorta di resistenza. Per le zanzare del genere culex è sufficiente mettere un po’ di rame nell’acqua dove potrebbero riprodursi per impedire lo sviluppo di uova e larve, mentre le zanzare tigri se ne infischiano. In ogni caso – conclude Galli – la cosa migliore è la barriera meccanica: per la casa le zanzariere, per l’orto esistono reti apposite per proteggere le piante, molto efficaci e senza ricadute negative per l’ambiente”.

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