Genova. Quasi 27 gradi di massima a Genova, sfiorati i 29 nella “bollente” Val di Magra, umidità dell’aria tra l’80% e il 100%. Potrebbero essere dati di luglio o agosto, invece sono quelli registrati ieri dalle centraline Arpal, a più di un mese dalla fine dell’estate meteorologica. Una situazione che sembra destinata a protrarsi ancora per diversi giorni, prima di lasciare spazio finalmente a condizioni tipicamente autunnali che – manco a dirlo – potrebbero irrompere nel bacino del Mediterraneo senza chiedere permesso.
“Non è un caldo normale, se ne accorge qualunque genovese – osserva Daniele Laiosa, meteorologo e presidente di Limet -. Non parliamo certo di record, ma di un andamento medio delle temperature. I discorsi numerici, comunque, si faranno a consuntivo. Certo è che queste condizioni tendono a portare un disagio psicofisico simile all’afa estiva: basti pensare che nelle estremità delle ondate di agosto avevamo solo 3-4 gradi in più. Ora, grazie al fatto che le mattinate e le notti sono fresche, il corpo riceve segnali contrastanti, poi però arriva il caldo umido e l’organismo va in tilt”.
Da un lato, secondo l’osservatorio dell’Unione Europea, l’estate appena conclusa (sulla carta) è stata la più calda di sempre sulla Terra con una temperatura media globale di 16,77 gradi, 0,66 gradi sopra la media. A Genova, tra l’altro, è stato segnato un nuovo record assoluto di temperatura, almeno da quando esistono i termometri e le serie storiche.
D’altra parte il bilancio della siccità è stato peggiore nel 2022: “Tra fine agosto e fine settembre ci sono stati un paio di episodi severi (a fine agosto e nella seconda metà di settembre, ndr) e l’estate stessa ha presentato un andamento più instabile rispetto all’anno precedente – ricorda Laiosa -. Molti settori della Liguria ad oggi rientrano nella media pluviometrica annuale”.
Ma fino a quando andrà avanti questa grande ottobrata? “Oggi, guardando le carte, qualcosa all’orizzonte si muove – rivela il presidente di Limet -. Vanno osservati molto bene i prossimi giorni, ma è possibile che dalla metà di ottobre possa esserci un cambio di tendenza con una ripresa dei flussi atlantici che potrà portare anzitutto a un ridimensionamento del caldo diurno“.
E la pioggia? “Per quanto riguarda l’arrivo di fenomeni severi o meno bisognerà valutare se ci sarà una sola perturbazione o più di una, e se saranno organizzate oppure no. Dopodiché, periodi miti a novembre e dicembre con temperature superiori alle medie non saranno più caratterizzati da valori tipici di una stagione estiva”.
Ma i segnali che suggeriscono l’elevata probabilità di piogge violente si possono già riscontrare. Anzitutto perché “l’energia nel bacino del Mediterraneo, quest’anno più che mai conservata fino alla fine dell’estate con masse d’aria e d’acqua molto calde, è pronta a interagire coi fronti. Bisognerà vedere come verrà rilasciato questo calore”.
Ma non solo: “La sensazione che possano verificarsi altri eventi severi è suggerita da un comportamento ripetitivo dell’atmosfera differente da quello dell’anno scorso – spiega Laiosa -. Il tempo è abitudinario: siccome quest’estate le ondate di calore hanno avuto una risoluzione sempre molto simile, con break temporaleschi o ingressi di fronti più strutturati, è possibile che anche questa fase anticiclonica si alterni a episodi di quel tipo. È una valutazione che facciamo sull’osservazione e sull’esperienza passata”. Un copione, questo, per nulla estraneo alla Liguria.