Genova. “Cara dottoressa, o meglio, caro Angelo Custode, ti scrivo questa breve lettera per dirti un po’ di cose. Innanzi tutto ti volevo ringraziare veramente di cuore per tutto quello che hai fatto (non solo per me ma anche per mamma) e per esserci stata nel momento che per noi è stato il più devastante. Infine sappi che rimarrai sempre nei nostri cuori“.
Questa è la lettera che F., il ragazzino salvato dalla paralisi dopo un tuffo finito male lo scorso maggio a Camogli, ha scritto qualche settimana fa alla neurologa del San Martino Domenica Rizzi, che, grazie alla sua professionalità è riuscita in pochi attimi a cambiare il destino fino a quel momento tragico del giovane 15enne.
La sua storia ha commosso tutta Genova, e non solo. E’ una splendida giornata di primavere e il giovane F. si trova a Camogli per partecipare ad una gara di ballo con il ruolo di primo ballerino. Durante una pausa delle gare, il tuffo in mare e la botta alla testa: attimi drammatici risolti con tempismo e professionalità dalla dottoressa Rizzi, la quale, avendo intuito la gravità estrema della situazione, è riuscita in pochi minuti ad organizzare i giusti soccorsi, preparando la squadra di chirurghi per la difficile operazione. Un’operazione complicata ma riuscita, che ha strappato il giovane da una vita in sedia a rotelle.
Da quel momento le esistenze di F. e della dottoressa Domenica Rizzi sono rimaste intrecciate, tanto da spingere il giovane a cercare il suo ‘angelo custode’: “Ad agosto F. mi ha scritto questa lettera commuovente – racconta la neurologa – e poi mentre ero in vacanza in Piemonte ho ricevuto la visita sua e di tutta la sua famiglia”. Un legame nato in quei minuti disperati, ma che in pochissimo tempo è diventato eterno: “Recentemente è tornato a Genova per ulteriori controlli, e ancora una volta ci siamo incontrati e abbracciati – è un ragazzo in gamba e la riabilitazione sta procedendo alla grande con ritmi serrati”.
E qua arrivano le splendide notizie. Sì perché F. ha ripreso a danzare, la sua passione, e in poco tempo ha praticamente recuperato quasi tutte le sue abilità: “E’ stato forte durante quelle ore disperate – racconta Rizzi – ora sta dimostrando una grandissima determinazione, sorprendendo tutti con il suo percorso”.
Un percorso che non sarebbe mai iniziato senza l’intuito e la dedizione della dottoressa del San Martino, che di vite ne ha salvate tante, ma che in questo caso ha trovato qualcosa di speciale: “Nella mia carriera ho aiutato tantissime persone, è il mio lavoro e la mia passione – racconta al telefono a Genova24, tra le lacrime della commozione – un lavoro che nasce dalla vocazione di aiutare gli altri. Mai però ho trovato un attaccamento così profondo con un paziente e la sua famiglia. Quando sono intervenuta subito dopo l’incidente non sapevo che sarei andata incontro a un simile tesoro di emozioni“. Un tesoro senza dubbio meritato: perché se è vero che gli intrecci del destino sono imprevedibili, per essere un ‘angelo custode’ bisogna essere pronti e preparati. E la dottoressa Domenica Rizzi si è presentata puntale a questo appuntamento con la storia. Sua e di F.