Sostenibile

Crocieristi, l’obiettivo è portarli a Genova in treno: “In un anno 30mila auto in meno in città”

Il progetto di Stazioni Marittime: tre nuovi ascensori e segnaletica potenziata per migliorare il collegamento con Principe. Allo studio anche un tapis roulant per raggiungere il terminal traghetti

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Genova. Solo il 10-15% dei crocieristi che si imbarcano o sbarcano nel porto di Genova raggiunge la città in treno, mentre la maggioranza (fino all’85%) opta per un bus o un’auto privata e una parte residuale sceglie il taxi. È quasi un paradosso, se si pensa che la stazione marittima sorge proprio davanti a Principe. Ed è per questo che la società di gestione dei terminal passeggeri ha elaborato un progetto con l’obiettivo di spostare quote di flussi dalle strade alle ferrovie. Uno shift modale che, senza prefiggersi obiettivi irraggiungibili, permetterebbe di togliere dalla città almeno 30mila auto nell’arco di un anno, decongestionando al tempo stesso le banchine, la viabilità urbana e il nodo autostradale.

A spiegare la logica del piano è Alberto Minoia, amministratore delegato di Stazioni Marittime, intervenuto oggi al convegno nazionale Programmazione, esercizio e gestione di reti di trasporto al Palazzo della Borsa: “Il numero di viaggiatori per fortuna sta crescendo, ma non possiamo permetterci un aumento dei veicoli in porto perché la viabilità interna è vicina al collasso. L’obiettivo è invece ridurre il numero di auto e bus in modo da ottenere benefici per l’ambiente, più sicurezza e più qualità del servizio. Stiamo costruendo un protocollo d’intesa con Rfi, Autorità portuale e Comune di Genova per dare avvio a interventi infrastrutturali che avrebbero un impatto economico risibile a fronte dei vantaggi che abbiamo previsto”.

L’idea è quella di potenziare il collegamento già esistente tra la ferrovia e terminal crociere, oggi pressoché inutilizzato. Da via Marinai d’Italia (il viadotto di fronte alla stazione marittima) parte una rampa di scale che conduce a via Rubattino: da qui si scende fino alla banchina di Genova Principe Sotterranea, già comunicante con la stazione ferroviaria principale. Sono esattamente 410 metri a piedi, tutti al coperto, ma poco conosciuti e scarsamente accessibili se si hanno bagagli al seguito. E così i turisti più volenterosi si incamminano in un percorso lungo più del doppio (865 metri) che presenta diverse interferenze stradali: bisogna attraversare via Adua, tornare indietro fino a piazza del Principe per evitare le scale, entrare in stazione e infine raggiungere il proprio binario. Sempre ammesso di non perdersi, data la carenza di informazioni.

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Il progetto di Stazioni Marittime punta sulla costruzione di un ascensore tra via Marinai d’Italia e la banchina ferroviaria (circa 7 metri di dislivello) e altri due impianti tra calata Zingari e il viadotto Cesare Imperiale. Spesa necessaria? Ancora da quantificare, ma si parla di poche centinaia di migliaia di euro. In aggiunta si prevede il potenziamento delle indicazioni con segnaletica orizzontale e verticale e l’installazione di alcuni monitor col tabellone dei treni all’interno della stazione marittima. Il tutto, ovviamente, affiancato da una strategia commerciale da elaborare insieme alle compagnie: Trenitalia, ad esempio, effettua sconti fino all’80% sui biglietti acquistati dai passeggeri delle navi Costa.

“Ogni nave che sfrutta Genova come home port carica o scarica circa mille passeggeri, con picchi stagionali fino a 3.500 – spiega Minoia -. Visto che il 36-40% dei crocieristi si muove in macchina, vuol dire che ogni nave attira in città circa 200-350 auto. Se noi raddoppiassimo la quota di spostamenti via treno, portandola quindi al 20-30%, potremmo evitare almeno 100 auto e 5 bus”. E poiché circa il 90% dei 330 accosti programmati a Genova presenta traffico home port, si arriva comodamente a 30mila vetture e 150 pullman in un anno. “Nulla di impossibile – rimarca l’ad di Stazioni Marittime – e i benefici sarebbero numerosi”.

I margini per intercettare nuove fette di pubblico sono notevoli. Chi arriva già in treno per imbarcarsi a Genova parte soprattutto dal Nord Italia, ma anche da Svizzera, Francia, Austria e Germania. Ogni nave attira sotto la Lanterna 15-25 bus, molti dei quali operano sugli aeroporti di Malpensa e Linate, ma anche da città come Venezia, Padova, Vicenza, Verona, Bergamo, Pavia e Voghera, tutte destinazioni servite comodamente dal treno. Senza contare che lo stesso aeroporto di Genova nei prossimi anni sarà lambito da una nuova stazione ferroviaria collocata sulla linea urbana che sfrutterà proprio i binari di Principe Sotterranea. L’intenzione, infatti, è quella di coinvolgere nel protocollo d’intesa anche il Cristoforo Colombo per coordinare la gestione dei bagagli: si scende dall’aereo, si lasciano le valigie e si ritrovano a bordo della nave.

D’altra parte, molte delle auto che intasano le vie d’accesso al porto di Genova sono legate ai traghetti più che alle crociere. In questo caso è più difficile spingere sul treno, visto che la macchina risulta spesso fondamentale per muoversi nelle isole. Tuttavia c’è un secondo progetto “in fase embrionale”, precisa Minoia, per collegare la stazione marittima al terminal traghetti attraverso una passerella pedonale dotata di tapis roulant. Con la sola forza delle gambe il percorso dura 11 minuti, con un nastro trasportatore il tempo si dimezzerebbe e si eviterebbe pure di trascinare la valigia. Sarebbe un notevole vantaggio per chi sceglie di imbarcarsi a piedi, e secondo gli addetti ai lavori è un’abitudine destinata a crescere, nell’ottica di una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale. Anche per andare in vacanza.

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