Inclusione sociale

Lavoro a giovani disabili, la storia di Cristina: “Finalmente felice e soddisfatta”

Cristina è una ragazza con disabilità intellettiva e fa parte, insieme ad altri cinque ragazzi del progetto di inclusione sociale "Valore aggiunto"

Genova. Cristina Resmini, 32 anni, abita a Rivarolo e tutti i giorni prende la metro e va a lavorare in un ristorante di Sarzano. Imparare a servire ai tavoli, fare il caffè e rassettare la sala, la fa sentire “utile, orgogliosa di sé e finalmente autonoma”.

Cristina è una ragazza con disabilità intellettiva e fa parte, insieme ad altri cinque ragazzi del progetto di inclusione sociale “Valore aggiunto” nato dalla collaborazione tra Comune di Genova, Fondazione Onlus Cepim e Civ Sarzano-Sant’Agostino.

“Al ristorante mi trovo bene. Lavoro dalle 11.30 alle 13 – continua Cristina – mi occupo di apparecchiare, sparecchiare, sistemo le sedie, lavoro per terra, preparo il caffè. Aiuto i miei colleghi. Questa esperienza mi fa sentire soddisfatta e contenta“.

Generico marzo 2023

Gli educatori della Fondazione Cepim accompagnano i ragazzi, li supportano nell’elaborazione delle proprie capacità con lo scopo di far emergere potenziali che potranno poi essere la prima base di un futuro stage aziendale.

“L’obiettivo progetto è una Genova sempre più inclusiva – spiega il presidente del Consiglio comunale Carmelo Cassibba – siamo partiti dal CIV di Sarzano- Sant’Agostino che, grazie al suo presidente Matteo Zedda, ha già visto l’adesione di sei esercizi commerciali che hanno coinvolto i giovani della fondazione CEPIM in un primo percorso formativo, ma contiamo sulla sensibilizzazione degli altri CIV per portare l’iniziativa in tutti quartieri genovesi”.

 

“Avere un obiettivo quotidiano è vitale per persone affette da disabilità – prosegue Cassibba – partecipare ad attività che esulano dalla stretta cerchia familiare è fondamentale al fine di migliorare autostima e autodeterminazione. Questo progetto, al quale sono molto legato, è nato negli anni scorsi, da un’idea condivisa con la consigliera delegata Federica Cavalleri dopo aver riscontrato la grande difficoltà per i ragazzi fragili di inserirsi nel mondo degli adulti”.

“Un tema molto delicato e di grande importanza, in quanto l’inclusione lavorativa, attraverso stage formativi, è un grande aiuto per questi giovani e per le loro famiglie nell’ottica del raggiungimento di una vita sempre più autonoma da parte dei ragazzi” conclude Cassibba.

“Creare occasioni di inclusione lavorativa è un punto di partenza imprescindibile per ogni percorso di autonomia – commenta l’assessore alle Pari opportunità Francesca Corso – il progetto Valore Aggiunto è un esempio concreto di come, quando si uniscono le forze e si fa squadra sul territorio, coinvolgendo istituzioni, volontariato e imprese, si possano creare opportunità importanti per la vita delle persone, soprattutto i giovani”.

“In una fase storica post pandemica, le fasce sociali più fragili, deboli, i disabili hanno subito più di altre le restrizioni e le limitazioni nell’inserimento sociale: è il momento di recuperare il terreno perso, facendo rete perché dal welfare orizzontale tutta la comunità può beneficiare non solo in termini di pari opportunità, ma di crescita collettiva, anche per le future generazioni” conclude Corso.

“L’idea che abbiamo proposto, e che da qualche tempo si sta affermando nel campo della disabilità – ha detto la delegata al Grandi eventi Federica Cavalleri – è quella relativa ad un modello sociale che prevede un adattamento dell’ambiente e delle strutture istituzionali alle esigenze di un singolo individuo. Solo così è possibile riconoscere e lavorare per l’uguaglianza di ogni persona, indipendentemente dalle limitazioni funzionali. Noi abbiamo il dovere, come istituzioni e come società, di sostenere tale principio di uguaglianza e di libertà. Inserire giovani con disabilità nel mondo del lavoro, attraverso questi stage formativi, diventa quindi un’occasione da non perdere, per dare una possibilità a chi possiede ma nasconde potenzialità e ha bisogno solo di tirarle fuori. Questi ragazzi si metteranno in gioco, consci anche dei propri doveri di cittadini e lavoratori. E noi avremo lavorato per valorizzare le loro diversità”.

Ad oggi sostengono “Progetto Valore Aggiunto”: ristorante Coae de Zena, ristorante La forchetta curiosa, II Cesto Coop sociale, Ristorante Tiflis e Caffè Retrò. Le attività commerciali aderenti all’iniziativa riceveranno un bollino-adesivo da apporre alla propria vetrina.

Fondazione Cepim

Fondazione Cepim si occupa da quasi cinquant’anni di persone con disabilità intellettiva di origine genetica e rara (sindromi di Down, X-Fragile, Prader-Willi, Williams) dalla nascita all’età adulta ed offre in convenzione con il SSN servizi riabilitativi sanitari e socio-sanitari.

L’organizzazione è nata nel 1974 dalla volontà di un piccolo gruppo di nove famiglie accomunate da un obiettivo comune assicurare ai propri figli tutti i servizi necessari per il pieno sviluppo delle loro potenzialità e garantirne la piena integrazione sociale.

Il CEPIM ha fin da subito creduto fortemente nel principio dell’intervento precoce ed è stato tra i primi in Italia, in tempo di scuole speciali, ad inserire prima i bambini e poi gli adolescenti con disabilità intellettiva su base genetica nella scuola pubblica, e a credere nella possibilità di avvicinare le persone al mondo del lavoro attivando collaborazioni con le aziende del territorio genovese.

Da diversi anni realizza esperienze di vita autonoma cercando di favorire la possibilità di autodeterminazione attraverso la formula della “Vita indipendente” e/o del “Dopo di Noi”.

 

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