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Autostrade, due nuove aree attrezzate per i tir su A12 e A26: 120 stalli di sosta e punti ristoro fotogallery

I progetti prevedono l'allargamento di aree già esistenti con uffici, spazi dedicati alla manutenzione e al pernotto

Nuove aree di sosta per tir su A12 e A26

Genova. Due nuove aree attrezzate, da realizzare in aree già di pertinenza, per poter accogliere in sosta i tir diretti al porto di Genova, alleggerendo quindi l’impatto sulla rete autostradale e sui territori attraversati dal traffico pesante. Questa in estrema sintesi la finalità dei due progetti messi a punto da Autostrade per l’Italia per la A12 e la A26, dove nei prossimi anni potrebbero quindi sorgere aree specifiche per i camion per un totale di nuovi 120 stalli di sosta.

Nel dettaglio le due aree prescelte sono l’attuale area di sosta Campodonico, che si trova sulla A12 poco dopo il casello di Chiavari viaggiando verso Genova, e la doppia area ristoro Stura Est e Ovest sulla A26. In entrambi i casi si tratta di zone già di proprietà di Aspi, che vedrebbero quindi un allargamento di spazi utilizzabili per la sosta e la fermata dei tir, con l’aggiunta di punti ristoro, assistenza tecnica e, come vedremo, anche strutture alberghiere dedicate.

Sulla A12 il progetto, come il ‘gemello’ oggi nella fase di valutazione preliminare presso gli uffici tecnici del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, prevede l’espansione della già presente area di sosta sia a ovest che a est, per la realizzazione di 44 nuovi stalli di sosta dedicati ai mezzi pesanti. Ma non solo: l’area sarà attrezzata con una struttura di ristoro, uffici, stazioni di ricarica per camion frigo. Con questa dotazione tutta l’area Campodonico arriverà ad ospitare 110 stalli di sosta. L’accesso all’area dalla carreggiata autostradale rimarrà invariato.

Nuove aree di sosta per tir su A12 e A26
Il progetto sulla A26

Sulla A26 il progetto è più esteso, con 76 nuovi stalli in totale suddivisi in due distinte aree, collegate però da una sottopasso viario. Oltre alla sosta anche in questo caso saranno costruiti due edifici di piccole dimensioni, uno da adibire a uffici per 500 metri quadrati, con patio esterno, sala break, servizi igienici, e uno da 760 mq complessivi che funzionerà da hotel con camere da 25 metri quadrati l’una. Anche in questo casi ci sarà un punto food and beverage, una pesa statica, punto manutenzione, area rifornimento e connessione a fibra ottica. In questo caso i 76 nuovi stalli si andranno a sommare ai 20 già esistenti per arrivare a sfiorare il centinaio di zone sosta da 18 metri per 4. Anche in questo caso l’accesso resterà invariato dall’area di sosta già presente e la cantierizzazione non interesserà aree diverse da quelle già interessate dal progetto.

L’intervento attingerà allo stanziamento da cento milioni concordato con Regione Liguria e Comune di Genova dopo il crollo di ponte Morandi. L’obiettivo è quello di aumentare l’offerta di aree di sosta dedicati ai camionisti diretti al porto di Genova, e spesso costretti ad attendere l’orario dell’ingresso in porto arrangiati alla bene e meglio su aree di sosta tradizionali o in aree urbane limitrofe allo scalo genovese.

Dal punto di vista ambientale entrambe le aree interessate ricadono almeno in parte in aree sensibili e/o vincolate. Quella sulla A26 ricade in parte nella fascia di rispetto del torrente Stura di Ovada, tutelato, e in parte anche in aree boscate anch’esse tutelate, oltre che essere sottoposte a vincolo idrogeologico. Per quanto riguarda le ricadute il progetto però non interferirà con il settore idrico, mentre è previsto l’inserimento di alberature all’interno dell’area.

Situazione più complessa per quanto riguarda la A12. Come si evince dalla documentazione depositata da Aspi, l’area di intervento, infatti, ricade all’interno della fascia di rispetto del rio Campodonico, tutelato, e all’interno dell’area di interesse naturalistico della collina di Sant’Ambrogio e di Bacezza, con olivi, pinete e leccete, oltre che essere area sottoposta a vincolo idrogeologico. Anche in questo caso sono previste aree verdi mitigative.

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