Controverso

In consiglio comunale Odg sui traffici di armi in porto, il centrodestra boccia mentre Pd e Genova Civica non votano

Il documento, che proponeva anche iniziative per la Pace, è stato presentato da Mattia Crucioli, consigliere di minoranza di Uniti per la Costituzione

primo consiglio comunale

Genova. Oggi durante la seduta del consiglio comunale di Genova Mattia Crucioli, consigliere di Uniti per la Costituzione, ha presentato un ordine del giorno sul tema del contrasto del transito di armi dal Porto di Genova. “In particolare chiedevamo alla giunta e al sindaco di rappresentare presso il governo l’assoluta necessità di porre fine al conflitto in Ucraina per via diplomatica e di cessare l’esborso di soldi pubblici per l’acquisto e l’invio di armi – spiega Crucioli – chiedevamo inoltre al Comune di Genova di intraprendere ogni iniziativa utile a limitare gli effetti degli aumenti del costo dell’energia sui cittadini genovesi, visto l’aumento dei costi energetici derivante dalla crisi ucraina che, oltre a mettere a rischio la stabilità economica delle aziende presenti nel nostro territorio, colpisce prevalentemente le famiglie e le fasce sociali più deboli”.

“Dato che il Porto di Genova, come purtroppo è noto, costituisce uno snodo importante per l’invio di armi in vari teatri di guerra e che negli anni scorsi i lavoratori del Porto di Genova sono stati più volte protagonisti di mobilitazioni su questi temi, abbiamo anche proposto di istituire una Commissione ad hoc, che prevedesse l’audizione dei dirigenti dell’Autorità Portuale e dei rappresentati dei lavoratori e dei terminalisti”, aggiunge il consigliere di minoranza.

“Si trattava quindi di prendere una posizione precisa: a fronte di tutto ciò, non possiamo non manifestare profonda indignazione rispetto all’esito del voto. La maggioranza ha votato compatta per bocciare l’ordine del giorno, confermando piena aderenza alla linea atlantista di governo anche a discapito degli interessi dei cittadini genovesi. Le forze di minoranza, pur di non andare contro ai padroni dei loro partiti di Roma, non hanno votato, scegliendo così di rendersi disponibili a rimanere nella peggiore delle ambiguità”, la precisazione di Crucioli. “Ci sembra doveroso menzionare gli unici consiglieri che hanno avuto il coraggio di votare a favore della proposta, Fabio Ceraudo del M5S e Francesca Ghio della Lista Rossoverde”, concludono dal gruppo Uniti per la Costituzione.

Ma dal Pd arriva una nota di chiarimento sulla scelta di non partecipare al voto: “Il Partito Democratico in Sala Rossa lo ha ribadito più volte, il conflitto in Ucraina e le tematiche relative al commercio di armi, più volte stigmatizzato dai lavoratori dello scalo portuale genovese, sono un tema denso di significati etici e politici che non possono essere risolto con l’adesione o meno ad un documento “Fuori Sacco” contenente una pluralità di temi e che per sua natura “emergenziale” non rende possibile l’espressione di un’opinione in aula se non un voto. La necessità di far tacere le armi nel conflitto ucraino è una scelta che impegna le coscienze e la politica. Riteniamo fondamentale, peraltro, il diritto di un paese aggredito di difendersi e saremo sempre a fianco di una popolazione trascinata nella guerra“.

Allo stesso modo, sul commercio delle armi chiediamo la massima chiarezza in maniera da evitare un oscuro traffico di armamenti. Riteniamo importante, sotto questo profilo, affrontare il tema di ciò che accade anche nel porto di Genova, attraverso una commissione consiliare che ascolti tutte le realtà interessate, dai lavoratori del porto alle organizzazioni religiose e solidali che questo commercio hanno più volte denunciato, ma anche ai vertici dell’Autorità portuale“, conclude la nota dei Dem.

leggi anche
Generico gennaio 2023
Centrosinistra
Siparetto in aula rossa, Bucci al Pd: “Vengo a votare alle primarie, ho pronti i 2 euro”

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.