Genova. Oltre 2mila persone con striscioni e bandiere rosse hanno sfilato nel centro di Genova per il tradizionale corteo internazionalista del 1° maggio organizzato da Lotta Comunista. Appuntamento che oggi più che mai ha posto l’accento sul conflitto all’Ucraina per esprimere una netta posizione contro la guerra e contro il riarmo.

Non siamo per un contendente o per l’altro. C’è un aggressore e un aggredito, è perfino banale dirlo – chiarisce Stefano Bonazzi, riferimento di Lotta Comunista e segretario generale della Fiom di Genova, prendendo le distanze da posizioni filo-russe -. Ma da comunisti crediamo che l’unico modo per dare una risposta vera ed efficace sia l’internazionalismo: pensiamo che forza avrebbero i lavoratori se fossero in grado di scioperare in Ucraina, in Russia, in tutti i Paesi contro questa guerra. La bloccherebbero immediatamente“.

Primo maggio, oltre 2mila persone al corteo di Lotta Comunista a Genova

“Guerra alla guerra”, “Contro la guerra rivoluzione”, “Con i proletari ucraini e russi contro la guerra dell’imperialismo” alcuni dei messaggi scanditi durante la manifestazione attraverso cori e striscioni. In corteo, tra gli altri, un nutrito gruppo di giovani, rappresentanze del mondo sindacale (in particolare della Cgil) e portuale (c’era il console della Culmv Antonio Benvenuti). Il corteo, dopo aver attraversato piazza della Vittoria, via XX Settembre, piazza De Ferrari e piazza Corvetto, si è concluso nel parco dell’Acquasola per un comizio conclusivo.

“Dopo due guerre mondiali e il conflitto nella ex Jugoslavia la barbarie torna a divampare dentro ai confini europei, segno dei tempi in cui viviamo marchiati a fuoco da una contesa imperialista sempre più feroce – si legge nel documento scritto in preparazione del corteo -. Se a pagare le loro guerre sono sempre i proletari, allora la nostra classe deve unirsi e lottare per spezzare le catene di questa società” contro ogni nazionalismo, contro la guerra e contro “il colossale riarmo”.

Ma la geopolitica non cancella le rivendicazioni legate al lavoro: “L’emergenza oggi è quella della sicurezza, tema che ci tocca da vicino a Genova con l’ex Ilva visto che domani ci sarà un corteo per difendere la salute dei lavoratori. Tra l’altro si susseguono gli incidenti, ieri ce n’è stato un altro alle riparazioni navali. Ma anche questo è un tema internazionale. Ogni giorno ci sono migliaia di lavoratori che muoiono, nel mondo sono oltre un milione all’anno, di fatto è una guerra. Serve una risposta politica e sindacale e noi facciamo la nostra parte”, conclude Bonazzi.

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