Genova. Alla fine ne sono usciti tutti col sorriso. Tutti tranne loro, i negozianti del Civ di corso Sardegna. L’inaugurazione del nuovo mercato completamente riqualificato, sabato mattina, ha portato alla luce buona parte dei marchi che andranno a popolare gli spazi commerciali ancora vuoti, eccezion fatta per il supermercato Coop. Tra questi risaltano Kasanova, La Piadineria, Old Wild West, Pizzium. Ci sarà spazio per una gioielleria, una libreria, una palestra, un centro medico diagnostico, una clinica veterinaria e poi ancora ristoranti a tema internazionale (sushi, tacos, kebab) e uffici.
“Avevano certificato di voler realizzare qualcosa di qualità, ci hanno messo alla prova, hanno voluto verificare i nostri progetti. Invece ci sono attività che faranno diventare il nuovo mercato di corso Sardegna qualcosa di simile a una seconda Fiumara – attacca Umberto Solferino, presidente del Civ -. Tutti questi franchising non presuppongono uno sviluppo futuro destinato a reggere. Siamo molto preoccupati”. I timori sono stati confermati in buona parte, soprattutto sul fronte della ristorazione: “Abbiamo letto che sono previsti in tutto 9 tra bar e ristoranti. Le poche attività che esistono già all’esterno avranno grandi difficoltà. Non mi pare che ci sia stata grande attenzione al territorio”.
“Mi auguro che chi verrà qui sappia dialogare con l’esterno e con le unità di vicinato che esistono – aveva affermato il presidente del Municipio Bassa Valbisagno, Massimo Ferrante, durante la cerimonia di inaugurazione -. Le nostre botteghe tengono illuminati i marciapiedi e tengono le strade più sicure. Vedendo un po’ di vetrine direi che qualche dialogo c’è, le attività devono compenetrarsi con quello che c’è fuori e mi sembra che questo stia avvenendo”.
Ma il dialogo, almeno nelle intenzioni, doveva partire diversi mesi fa, durante la fase di prelazione riservata ai negozi del consorzio. Lì è arrivata ben presto la disillusione: “Quando chiedi 10mila euro di canone mensile all’ottico Polverini, per non parlare di tutte le altre spese da affrontare, è impossibile pensare a uno sviluppo di qualità per il commercio – ricorda Solferino portando uno dei tanti esempi di trattative mai decollate per le condizioni economiche proibitive -. Il modello da seguire doveva essere quello del Mog al Mercato Orientale, selezionando in partenza chi avrebbe potuto partecipare e quale clientela attirare, invece così, tra sushi e piadinerie, si accontentano solo i ragazzi che hanno 15 euro da spendere”.
Ma forse non tutto è perduto. Due sono le proposte che il Civ lancia ai privati e agli enti pubblici per rientrare in qualche modo nella partita. La prima è indirizzata alla Coop, che si è aggiudicata la media superficie di vendita dopo l’esclusione della Conad di corso Sardegna che avrebbe voluto trasferirsi in quegli spazi: “Mi auguro che cerchino di tenderci una mano. Se vogliono diventare un pezzo del territorio devono integrarsi, non farci la guerra. Ad esempio creando iniziative che portino gente qui con forme di sinergia. Abbiamo parlato col presidente Pittalis che ha intenzione di collaborare, vedremo su quali basi”.
E poi l’idea è quella di utilizzare comunque le aree pubbliche – il grande parco ma anche la galleria coperta – per eventi che coinvolgano le attività del quartiere esterne al mercato: “Potrebbe diventare uno spazio dedicato alla cultura enogastronomica della Liguria – è la proposta avanzata da Solferino -. La Regione dovrebbe prendere l’iniziativa per sviluppare l’idea e organizzare sistematicamente fiere e sagre. Poi si troverà il soggetto per gestirla: nel caso, il consorzio è sempre disponibile”.