Scontro

Nuova polemica sul mercato di corso Sardegna: i locali pubblici non saranno riservati al quartiere fotogallery

Il Comune pubblica il bando per la concessione a uso associativo di oltre 350 metri quadrati, il presidente del Municipio Ferrante: "Seconda sberla ricevuta dal territorio"

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Genova. Dopo l’inaugurazione dello spazio pubblico dedicato alle vittime dell’alluvione del 2011 e la preoccupazione ribadita dai negozianti del quartiere per quello che ha tutta l’aria di essere un nuovo centro commerciale in stile Fiumara, nel nuovo mercato di corso Sardegna si apre la partita degli spazi al chiuso destinati alle realtà del territorio. Il bando è stato pubblicato pochi giorni fa sul sito del Comune e subito si è accesa l’ennesima polemica: perché quei locali, a differenza di quanto chiedeva il Municipio, non saranno riservati alle associazioni della Bassa Valbisagno.

Si tratta in totale di 356,79 metri quadrati (sul totale di 23mila dell’intero complesso riqualificato) suddivisi in tre lotti che verranno assegnati ad altrettante associazioni. I locali sono quelli della torretta sull’angolo sud-est, preservata dalle demolizioni e ristrutturata per destinarla a uso pubblico. La selezione riguarda la “concessione ad uso associativo” per 6 anni rinnovabili una sola volta per lo stesso periodo, “per lo svolgimento di attività sociali, culturali, artistiche e/o educative”. I canoni annui fissati dal Comune variano da 10.100 euro a quasi 16mila euro a seconda delle metrature a disposizione, con possibilità di riduzione fino al 90% a giudizio della commissione.

Generico dicembre 2021

Tra i requisiti, però, non figura in modo esplicito il legame coi quartieri che gravitano sul mercato. “Dopo il trattamento riservato al Civ con la finta prelazione, questa è la seconda sberla che il territorio riceve – attacca il presidente Massimo Ferrante -. Di solito i bandi associativi vengono gestiti dai Municipi. E l’accordo era che quell’area sarebbe stata destinata al Municipio proprio a questo scopo, perché è un municipio che ha avuto due alluvioni e per anni è stato privo di spazi pubblici, visto che la maggior parte sono allagabili”.

Invece il bando sarà di livello cittadino e quindi nulla vieterà a enti già attivi in altre zone della città di insediarsi nei locali dell’ex mercato. “Il retropensiero è che si debba accontentare qualche amico dell’amico – accusa Ferrante -. Nessun campanilismo, ma non erano questi gli accordi con l’ex assessore Fanghella. Ritengo vergognosa la mancanza di chiarezza. Garassino mi aveva assicurato che si sarebbe trovata una soluzione, alla fine scopriamo che il bando è stato fatto con queste modalità”.

“Già da mesi è in vigore una delibera che prevede che gli immobili di interesse cittadino siano gestiti a livello centrale – replica l’assessore alla valorizzazione del patrimonio Stefano Garassino -. È giusto ci sia regia una regia comunale perché la regia municipale può diventare a più corto respiro su alcuni immobili. E il mercato di corso Sardegna non poteva essere considerato di interesse rionale: sono stati investiti tanti soldi, l’interesse è cittadino. In questo modo i soggetti che hanno intenzione di fare bei progetti possono aggiudicarsi bandi importanti. Chi è interessato partecipa, non vedo quale sia il problema: ci sono già molte manifestazioni di interesse, è giusto valutare proposte che abbiano una progettualità più ampia possibile”.

Va detto che tra i fattori che contribuiscono a determinare il punteggio c’è il “curriculum”, con particolare riferimento a “servizi ed esperienze gestite a livello locale che dimostrino il legame con il territorio e il radicamento”: una voce che pesa 15 punti su un massimo di 100. I soggetti ammessi sono “le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale, gli enti filantropici, le imprese sociali, incluse le cooperative sociali, le reti associative, le società di mutuo soccorso, le associazioni, riconosciute o non riconosciute, le fondazioni e gli altri enti” con scopi simili, anche in forma di raggruppamento o consorzio. Per presentare offerte c’è tempo fino al 14 gennaio.

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