Artigianato

Si chiama 21/12 ed è la nuova birra collaborativa “made in Liguria”

L'idea è nata dalla collaborazione fra i 4 birrifici di Genova, Millesimo (Savona), La Spezia e Sanremo (Imperia): tra le note, quelle dei fiori d'arancio

Genova. “Una birra semplice, con una particolarità: viene aggiunta poco prima del confezionamento una piccola parte di fiori d’arancio del presidio Slowfood di Vallebona”. Gabriele Ganduso, che con Fausto Marenco, Maurizio Ghidetti e Stefano Tonnarelli è uno dei quattro mastri birrai liguri che hanno creato “21/12 – birra collaborativa ligure”, descrive così la novità creata per festeggiare l’ingresso dei birrifici liguri, insieme al settore del legno e dei prodotti artigiani conservati, come i funghi sott’olio, nel marchio “Artigiani in Liguria”.

L’idea è nata dalla collaborazione fra i 4 birrifici di Genova, Millesimo (Savona), La Spezia e Sanremo (Imperia), ognuno con una propria storia, che si sono alleati per una collaborazione tutta ligure, anche sui malti, e per il nome hanno scelto la data in cui hanno deciso l’operazione. Il brindisi e la presentazione questa mattina alla Borsa di Genova.

“Con queste new entry, cioè i disciplinari dei settori birrifici artigianali, legno e affini e prodotti artigiani conservati – commenta l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Edoardo Rixi – salgono a 22 le lavorazioni di qualità certificate da Regione Liguria in collaborazione con il sistema camerale ligure e le associazioni di categoria Cna e Confartigianato liguri. E’ un ulteriore passo sul percorso per promuovere l’artigianato della nostra tradizione”.

Le tre lavorazioni vanno ad affiancarsi fra l’altro all’ardesia della Valfontanabuona, ai damaschi e tessuti di Lorsica, al cioccolato, alla filigrana di Campo Ligure, alla sedia di Chiavari. “E’ una rete di qualità e eccellenza con cui vogliamo far emergere le migliaia di produttori artigiani che danno un marchio di qualità alle lavorazioni della nostra regione, spesso dimenticate” dice Massimo Giacchetta, presidente di Cna Liguria.

“Il marchio dà un atout sul mercato alle aziende e dall’altra parte è una garanzia per l’utenza, perché la produzione deve seguire rigidi disciplinari” aggiunge Luca Costi, segretario di Confartigianato Liguria.

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