Dopo l'estinzione ligure

Mare, il ritorno della Patella Ferruginea. Successo della prima missione

Sono state rimosse le cause di estinzione per riportare l'esemplare nelle aree protette di Bergeggi, Portofino e Cinque Terre

patella

Genova. Torna la Patella nei nostri mari. Si è da poco conclusa, infatti, la prima missione presso l’Area Marina Protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo, nell’ambito del progetto “Re-establishment of the Ribbed Limpet (Patella ferruginea) in Ligurian MPAs by Restocking and Controlled Reproduction”, portato avanti da Acquario di Genova/Costa Edutainment, Softeco, il Dipartimento DISTAV dell’Università degli Studi di Genova, Parco Nazionale delle Cinque Terre, Area Marina Protetta Tavolara-Punta Coda Cavallo ed Area Marina Protetta isola di Bergeggi.

Il progetto mira a reintrodurre Patella ferruginea nelle tre Aree Marine Protette (AMP) liguri (Portofino, Bergeggi e Cinque Terre), dove sono state eliminate le cause dell’estinzione ed è assicurato un adeguato livello di protezione. Avviato ad ottobre 2016, il progetto sta entrando ora nel vivo dell’operatività.

Un team composto da ricercatori delle Università di Genova e Sassari e dell’AMP di Tavolara-Punta Coda Cavallo hanno condotto un monitoraggio ambientale delle isole di Tavolara, Molara e Molarotto. Lungo oltre 2 km di costa sono state valutate le abbondanze di P. ferruginea e lungo oltre 5 km è stata effettuata una valutazione della qualità ecologica, prendendo in esame la composizione dei popolamenti algali superficiali tramite l’indice CARLIT.

Negli stessi giorni in cui si è realizzata questa prima campagna di ricerca, l’AMP Tavolara-Punta Coda Cavallo ha presentato il progetto nel contesto del concorso fotografico “In&Out”, Campionato Nazionale ACSI, in cui una categoria del concorso è stata dedicata a P. ferruginea.

Al termine della campagna di monitoraggio è stato effettuato il primo esperimento di trasporto di quattro esemplari di P. ferruginea verso il laboratorio marino di CNR-IBF a Camogli, dove sono state allestite le vasche per l’acclimatazione prima dell’inserimento nella Zona A dell’AMP di Portofino.

Gli esemplari sono stati prelevati dall’Isola di Molarotto, in base ai risultati di uno studio genetico e censimento eseguito dal Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio, Università di Sassari quattro anni fa. Tale studio ha messo in evidenza come l’Isola di Molarotto, in quanto sito con il maggior numero di individui in relazione alla superficie, si presenti come una “zona protetta” all’interno di un’area protetta.

Tutti gli esemplari sono arrivati vivi al termine del trasporto: a 72 ore dal prelievo la percentuale di sopravvivenza è stata del 75%.

A metà luglio è previsto il trasferimento di una trentina di esemplari dall’AMP di Tavolara destinati in parte all’inserimento in ambiente naturale, per il ripopolamento diretto e, in parte, dirottati al Laboratorio di Camogli ed all’Acquario di Genova dove troveranno idonee vasche di adattamento al nuovo ambiente. Alcuni di questi esemplari adulti saranno mantenuti presso le vasche dell’Acquario per favorire la sensibilizzazione del pubblico alla tutela di questi animali, un tempo oggetto di indiscriminato consumo alimentare. Il progetto è cofinanziato dall’Unione Europea tramite lo strumento finanziario LIFE.

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