Genova. Ancora fuori casa a un anno dall’alluvione anche a causa delle lungaggini burocratiche e di sentenze che non vengono ottemperate. E’ la storia di Aurelia, Stefano e dei loro due figli che sono dovuti fuggire dalla loro casa di Aggio, semi sommersa dal fango nella notte del 9 ottobre 2014 e che nonostante gli appelli, la solidarietà ricevuta da amici ed enti, e la battaglia legale intrapresa, sono ancora fuori dalla loro casa.
“La situazione è triste – racconta Aurelia Lobosco – stiamo cercando di cominciare i lavori ma nonostante l’impresa fosse pronta a cominciare già a fine agosto ci sono voluti 45 giorni per avere il permesso del Comune per la movimentazione della terra e ora per ottenere l’occupazione del suolo pubblico sulla provinciale ci hanno detto che serve un altro mese”. A crollare quella notte sono state alcune fasce di privati ma come ha stabilito la consulenza tecnica del perito del giudice, il fango si è riversato sulla casa a causa di una cattiva conduttura delle acque (che era di competenza delle Provincia e oggi della Città metropolitana) che ha trasformato la ‘mulattiera’ che passa sopra l’abitazione di Aurelia e Stefano in un canale di scolo.
Il giudice del tribunale di Genova, con provvedimento urgente, il 6 luglio ha ordinato alla Città metropolitana di effettuare i lavori urgenti di messa in sicurezza della strada provinciale con la posa di un nuovo tubo che impedisca lo scolo delle acque piovane sull’antica mulattiera. Ma a tre mesi di distanza di quei lavori non vi è ancora traccia.
Intanto la famiglia Cannatà attende che la burocrazia gli consenta di poter rientrare a casa: “I lavori hanno un costo di circa 110 mila euro – racconta Aurelia – ma abbiamo già avvertito l’impresa che ne abbiamo solo 40 mila quindi speriamo di riuscire con quei soldi a completare le palificazioni che ci consentano di rientrare a casa.
Ma non avete paura, visto che la causa del danno ancora non è stata rimossa? “Per legge la provincia in quanto ente pubblico ha sei mesi di tempo per ottemperare, noi nel frattempo speriamo al più presto di poter cominciare i lavori sperando di riuscire a far passare a nostri figli il Natale a casa”..