Cronaca

Operazione “Terminal Genova”, dai porti liguri un fiume di droga: il traffico internazionale passa da qui

arrestati cocaina

Genova. Oltre un quintale di cocaina sequestrata e 25 arresti. Questo è il bilancio della maxi operazione, chiamata “Terminal Genova”, che ha portato i carabinieri del Ros a sgominare un cartello internazionale italo-colombiano, avente anche una componente algerina collegata, incaricata di assicurare al sodalizio periodiche forniture di hashish dal Marocco.

Le misure restrittive sono state eseguite questa mattina all’alba. I 25 arrestati, alcuni già catturati in precedenza, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga. Le persone tratte in arresto questa mattina all’alba nel porto di Genova sono G. C., D. B., M. D., F. M., A. G., M. C., S. T.

“Un grande risultato che ha portato ad evidenziare un’organizzazione articolata in diversi gruppi che provvedeva sia alla importazione della droga, che allo smercio sul mercato nazionale. Oggi abbiamo eseguito una parte di arresti, ma altri erano già finite in manette precedentemente. In questo caso, infatti, non siamo in presenza di un unico episodio, ma di diversi, che avvenivano quasi esclusivamente attraverso i porti liguri e in una occasione attraverso l’aeroporto di Malpensa. Il giro d’affari è difficile da stabilire, ma si tratta di quantitativi molto elevati, sommando i vari sequestri”.

Questo episodio conferma ancora una volta quanto i porti liguri rappresentino uno dei terminali più utilizzati anche per le importazioni di droga. Proprio qui, infatti, arrivavano ingenti quantitativi di cocaina provenienti dalla Colombia, Ecuador e Brasile, introdotti in Italia ed Olanda attraverso la Spagna.

“La scelta dei porti liguri, probabilmente, è stata condizionata anche dall’impossibilità di avvalersi di quello di Gioia Tauro, in cui nel corso degli anni erano stati eseguiti molti sequestri – spiega il generale Mario Parente, comandante dei Ros di Genova – questa operazione è molto importante perché ha consentito di sgominare un’organizzazione veramente specializzata, che si occupava di tutta la filiera, dalla produzione allo spaccio”.

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