Biodiversità

Cinque Terre, coltivatori e Università insieme per riportare i limoni liguri sui terrazzamenti

Uno studio porterà a piantare nuovi esemplari nei terrazzamenti abbandonati

limoni cinque terre
Foto d'archivio

Genova. Uno studio per riportare i limoni e gli ulivi autoctoni a vivere e fiorire nei terrazzamenti delle Cinque Terre.

Questa è la proposta accettata ieri dalla Giunta del Parco delle Cinque Terre, proposta dell’Associazione “Coltivatori di Monterosso” per realizzare uno studio, da parte dell’Università di Genova, volto alla reintroduzione di piante di ulivo e limone autoctone.

Le piante saranno messe a disposizione dall’Ente Parco e tale intervento sarà effettuato su tutto il territorio del Parco stesso nei terrazzamenti abbandonati in prossimità dei sentieri.

Le Cinque Terre e i limoni hanno una secolare storia d’amore: Monterosso, in particolar,e ha una lunga tradizione nella coltivazione dei limoni, e all’interno del parco mantiene ancora oggi il primato di ettari coltivati ad agrumeti.

Il limone che è stato fin dal ‘600 la base culturale di questo paese, insieme alla pesca e alla coltura della vite, oggi è messo in secondo piano. Nella carta di Matteo Vinzoni nel 1700 sono già descritti i “meravigliosi orti di agrumi”.

La tradizione locale, tendente a sfruttare ogni angolo del territorio, individua il fondovalle come zona ideale per la coltivazione del limone poiché richiede tanta acqua e poco vento.

Ai margini del paese si ritrovano numerosi orti di limone ma senza dubbio le aree dove storia e natura si intrecciano e dove possiamo osservare splendide limonaie sono quelle di Buranco e Morione.

A queste vie e a quelle di Fegina si ispirò Eugenio Montale per scrivere una delle sue liriche più famose: “I limoni”. Ogni primavera il paese festeggia questo prezioso frutto con la famosa Sagra dei Limoni.

(Foto di www.cinqueterre.it)

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