Sicurezza

Strade, entro giugno il censimento sullo stato di salute di 600 ponti genovesi fotogallery

Le nuove normative hanno imposto una presa di coscienza dello stato di salute di queste infrastrutture. Piciocchi: "E il conto economico potrebbe essere molto salato"

Viadotto corso Europa Nervi

Genova. Sono circa 600 i ponti genovesi che in questi mesi sono sotto la lente di ingrandimento dei tecnici del Comune di Genova, i quali entro il 30 giugno porteranno a termine il primo censimento “scientifico e sistematico” del patrimonio “sospeso” della città, secondo le recenti normative di sicurezza elaborate dal ministero a seguito del crollo di ponte Morandi.

Il dato è emerso durante la commissione consigliare tenutasi questa mattina a palazzo Tursi. Lo studio è in corso da diverse settimane e ha già preso in esame quelli che ad oggi sono i casi considerati più difficili: si tratta del cavalcavia di corso Europa sopra via Somma, a Nervi, già oggetto di intervento e per il quale è in fase di progettazione il refitting dell’impalcato e delle spalle e il viadotto di Sturla sempre sul tracciato della pedemontana. Poi sono i corso i monitoraggi su i ponti “nascosti” di via Bobbio e via Piacenza sotto piazzale Rensasco e sugli impalcati dei che sostengono i Giardini Baltimora.

“Il lavoro che verrà fatto e portato a termine entro il mese di giugno serve sostanzialmente a costruire un sistema che ci possa dare delle priorità di intervento per uscire dalla logica dell’emergenza – ha sottolineato durante la commissione l’architetto del Comune di Genova Angela Imbesi – in altre parole con questo studio, calibrato sulle nuove normative in materia, ci permetterà di capire quali ponti hanno bisogno di quale intervento, trovando una lista di priorità in un ottica di medio e lungo periodo”.

Il censimento in atto sta prendendo in considerazione non solamente i ponti visibili, ma tutte quelle strutture sospese che nel corso della evoluzione urbana genovese, spesso molto sclerotizzata, sono state inglobate nel tessuto urbano e che oggi passandoci sopra non lasciano intuire la loro presenza. Un esempio è via Donaver, dove parte della via è di fatto sospesa tra un muraglione e il costone della collina e per la quale il Comune sta studiando un difficile intervento di messa in sicurezza. Sotto esame anche tutto l’impalcato della sopraelevata Aldo Moro, che per la prima volta verrà monitorata nella sua interezza.

“Il problema sono le risorse – ha detto in Sala Rossa il vicesindaco Pietro Piciocchi – Genova è una città del tutto particolare per quanto riguarda la presenza di queste infrastrutture diffuse in maniera così capillare. Per la manutenzione delle strade cittadine il Pnrr ha stanziato poche risorse, mentre è probabile che il conto genovese possa essere molto salato“. L’assessore ai lavori pubblici lancia poi un conto iperbolico per far intuire la dimensione che potrebbe avere lo sforzo della messa in sicurezza: “Per alcuni ponti sono stati o saranno necessari interventi che superano il milione di euro, arrivando anche a due. Immaginate questa risorse per oltre 600 manufatti. Lo sforzo economico previsto potrebbe schizzare a cifre davvero considerevoli“.

Ed proprio sul tasto dolente delle risorse che dai banchi dell’opposizione incalza Filippo Bruzzone, Lista RossoVerdi: “Preso atto di questa presa di coscienza di un problema reale della nostra città – ha commentato – stride il fatto che su tanti capitoli di spesa Genova non ha problemi di spesa, anche per opere di cui l’utilità è tutta da dimostrare, come la funivia e lo skymetro, mentre su un tema così importante, trasversale e che riguarda la sicurezza di tutti ecco che subentra la mancanza di risorse“.

L’occasione della commissione – che si aggiornerà sul tema dopo giugno, quando il documento sullo stato di salute dei ponti genovesi sarà ultimato – ha permesso poi di tornare su alcuni punti e alcuni casi ancora in sospeso.

“Oggi in commissione consiliare si è concretizzato il pensiero che per via Mercati Generali e la sua messa in sicurezza, dopo più di due anni di promesse, siamo punto e a capo – commenta Cristina Lodi, Azione – due anni in cui sono state promesse varie soluzioni per affrontare la messa di sicurezza del viadotto, visto anche il carico di mezzi pesanti provenienti dai vari parcheggi della zona, e per evitare che i Comuni dell’alta Valpolcevera e i cittadini tutte le mattine rimangano mezz’ora in coda a causa del senso unico imposto dell’amministrazione comunale. Oggi, con grande delusione, scopriamo che non solo non è stato pensato nulla ma non è stato messo un euro su questa situazione drammatica che penalizza la quotidianità e la vita di moltissime persone”.

“Siamo soddisfatti che, dopo le richieste dei residenti e a seguito di diverse segnalazioni da noi effettuate già dalla primavera scorsa all’Assessorato Decoro e Manutenzioni, salita Brasile sia stata ripristinata – commentano invece Alessio Bevilacqua, Consigliere comunale della Lega e Luciana Macera, capogruppo della Lega in Municipio V Valpolcevera – La strada presentava un cedimento del manto stradale e anche la ringhiera che delimitava la via era divelta. A seguito delle interlocuzioni avute con Aster Valpolcevera e un’interrogazione presentata in Consiglio comunale, sono stati finalmente eseguiti i lavori di ripristino. La messa in sicurezza della strada era per noi una priorità, per ridurre il rischio di incidenti e migliorare la qualità della vita dei cittadini”.

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