Il processo

Morì a 19 anni dopo lo schianto contro un new jersey in A7: tre imputati a processo, due sono manager di Aspi

Secondo l'accusa lo spigolo di quel jersey non era protetto. Tra gli imputati Federico Zanzarsi, già a processo per il crollo del ponte Morandi

mattia de lorenzo

Genova. Ci sono due manager di Autostrade per l’Italia e il titolare di una ditta di appalto a processo per omicidio colposo per la morte di Mattia De Lorenzo, il 19enne campione di boxe thailandese che il 14 luglio 2019 si schiantò in A7 tra Bolzaneto e Genova Ovest. 

L’inchiesta per quel tragico incidente, coordinata dal sostituto procuratore Marcello Maresca, vede imputati Federico Zanzarsi e Giuseppe Mirrione, all’epoca rispettivamente direttore Esercizio e responsabile regionale Mantainence and Traffic di Aspi, insieme a Fabrizio Scapulla, titolare della Aied, società di Busalla che lavorava in subpappalto per Aspi.

Mattia De Lorenzo, alle 4 di mattina di quel 14 luglio, era alla guida della sua Alfa Romeo Giulietta  percorrendo la A7 verso Genova improvvisamente aveva perso il controllo del mezzo in curva, all’altezza del Giro del vento a Bolzaneto. L’auto era finita contro lo spigolo del new jersey. Per il 19enne non c’era stato nulla da fare. Altri due amici che erano in macchina con lui erano finiti in ospedale in gravi condizioni mentre un quarto ragazzo era rimasto incolume.

Secondo l’accusa quel new jersey aveva uno spigolo esposto e non protetto. Per questo oltre ai dirigenti di Aspi che avevano responsabilità sulla sicurezza della A7 è imputato il titolare della ditta che materialmente costruì il new jersey.

Federico Zanzarsi, fra l’altro, oggi a capo della Direzione sviluppo rete e Direzione Gronda di Genova di Autostrade, è uno dei 58 imputati a processo per il crollo del ponte Morandi. 

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