Le indagini

Falsi allarmi bomba in tribunale: identificato l’autore di due delle tre telefonate anonime

Dopo il caos di venerdì mattina, un mitomane ha fatto altre due chiamate nel giro di 24 ore che hanno comunque portato all'intervento degli artificieri. E' stato denunciato per procurato allarme

Allarme bomba tribunale 16 febbraio 2024

Genova. Sono state in tutto tre in quattro giorni le telefonate anonime che hanno fatto scattare l’allarme al tribunale di Genova. La prima, venerdì mattina, aveva provocato lo sgombero di tutto il palazzo di Giustizia con udienze e interrogatori sospesi per tutta la mattinata e centinaia di persone rimaste fuori dagli uffici e dalle aule di tribunale per oltre tre ore.

Quell’allarme era scattato dopo una telefonata anonima alla questura di Parma dove un uomo, con accento meridionale, ha detto di aver sentito “tre persone di colore dire che c’era un ordigno al tribunale di Genova”. Gli investigatori hanno dapprima scoperto che la sim era intestata a un cittadino pakistano, probabilmente un prestanome anche inconsapevole (la stessa tecnica viene spesso utilizzata nelle telefonate-truffa).

Dopo l’episodio di venerdì mattina tuttavia altre due telefonate anonime hanno creato apprensione a palazzo di giustizia anche se con conseguenze decisamente minori. La prima è arrivata infatti intorno alla mezzanotte tra sabato e domenica e la seconda ieri pomeriggio.

In entrambi i casi un uomo, con accento meridionale, ha detto genericamente che c’era un ordigno al tribunale di Genova. Alla domanda degli operatori su chi fosse a parlare la risposta è apparsa subito come piuttosto dubbia “un latitante calabrese”. In questo caso le indagini hanno portato rapidamente a identificare l’autore delle chiamate. Si tratta effettivamente di un cittadino residente in Calabria, ma non di un latitante, bensì di una “emulatore” mitomane che ha già precedenti per procurato allarme e che è stato nuovamente denunciato.

L’uomo, nelle ultime ore, ha contattato la redazione di Genova24 “per spiegare il gesto” è ha affermato di chiamarsi Francesco Guzzo, “detto Pelé”, residente a Cleto, un paese in provincia di Cosenza. Ha circa 40 anni. La notizia è stata confermata.

Resta da capire chi e perché ha fatto la prima telefonata che ha causato il caos di venerdì. Si tratta di un altro ‘scherzo’ di qualche mitomane o era finalizzato a cancellare qualche specifica udienza? Nella succursale del tribunale, in via del Seminario, quella mattina doveva tenersi un’udienza per un processo antimafia, non in capo al tribunale di Genova. Udienza tuttavia, che era stata già rinviata prima che scattasse il falso allarme bomba.

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