Retroscena

Nuova diga, stallo sulla nomina di Bucci commissario: ultima scadenza il 19 novembre

Già commissario della ricostruzione post Morandi - l’incarico è scaduto il 4 ottobre - lo diverrebbe anche per la Foranea e per il tunnel subportuale. Ma Meloni non firma

Generico novembre 2023

Genova. L’ultimo giorno utile è il 19 novembre. Tra due domeniche scadranno anche i 45 giorni di proroga dell’incarico da commissario per il sindaco Marco Bucci che tecnicamente si è concluso il 4 ottobre scorso.

Il tema è di importanza primaria per Genova perché insieme alla delega per il ponte e per le opere portuali correlate alla ricostruzione dopo il crollo del Morandi, Bucci dovrebbe assumere anche il ruolo di commissario alla Nuova diga foranea del porto e del futuro Tunnel subportuale, a oggi rivestito da Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’Autorità portuale e neo ad di Iren.

L’unica persona che può firmare il decreto di nomina è la premier Giorgia Meloni ma dal 28 settembre scorso – giorno in cui con un emendamento al decreto Asset si è stabilito l’accorpamento dei vari incarichi – non ha mai trovato il tempo di farlo. Neppure nell’ultimo consiglio dei ministri, lunedì 6 novembre. E c’è chi, a palazzo Tursi, si sta domandando il perché di questi tentennamenti.

Bucci stesso, per quanto confidente – come direbbe lui ricalcando l’inglese – che non ci saranno problemi e che l’incarico arriverà, starebbe considerando un segnale non buono il fatto che in due mesi, da quando cioè Giorgia Meloni lo ha incontrato in occasione della visita al Salone Nautico, non abbia dato seguito alle rassicurazioni sulla nomina.

I lavori per la nuova diga sono già iniziati, almeno nella loro fase propedeutica. Dal 4 maggio è partito l’intervento che prevede la gettata di 70mila colonne di ghiaia, la base dell’infrastruttura, la più costosa in assoluto fra quelle finanziate in Italia dal Pnrr. Ma se la nomina di Bucci – o di un altro commissario, a questo punto non è escluso – non arriverà entro il 19 novembre il rischio è di uno stallo.

D’altronde la portata della decisione di affidare un pacchetto di grande opere da quasi 6 miliardi di euro complessivi nelle mani di una sola figura può giustificare la cautela da parte della presidente del consiglio. Dal punto di vista degli equilibri politici non dovrebbero esserci problemi.

Il sindaco di Genova ha sempre potuto contare, almeno fino a oggi, sull’endorsement della Lega e del viceministro Edoardo Rixi oltre che del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e oggi governa con il supporto di Fratelli d’Italia più ancora che della Lega. Difficile ipotizzare quali possano essere le motivazioni che stanno portando Meloni ad aspettare l’ultimo giorno utile.

Sullo sfondo, intanto, parlando di nuova diga, il rinvio della costruzione dei cosiddetti cassoni a Vado Ligure: la lavorazione sarebbe dovuta partire – da cronoprogramma – a fine settembre ma c’è stato un rinvio di alcuni mesi. E poi l’ipotesi di una variante al progetto della diga stessa: come raccontato da indiscrezioni raccolte dal SecoloXIX il Comune di Genova e l’Autorità portuale (committente dell’opera) starebbero pensando ad alcune modifiche sulla parte a ponente.

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