Genova. Gli effetti del terremoto deflagrato in Liguria con l’arresto per corruzione del presidente della Regione, Giovanni Toti, di Paolo Emilio Signorini, attuale amministratore delegato e direttore generale del gruppo Iren, e dell’imprenditore portuale Aldo Spinelli si fanno sentire – ovviamente – anche a livello amministrativo.
I militari della Guardia di Finanza hanno eseguito in mattinata le misure cautelari, nove in totale, e Toti è finito agli arresti domiciliari (così come Spinelli, mentre Signorini è in carcere). Circostanza che lascia ora molti interrogativi su cosa accadrà alla gestione dell’ente e della regione, anche alla luce del delicato momento rappresentato dalle imminenti elezioni europee.
A livello giuridico e amministrativo incombe la cosiddetta Legge Severino, il testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità del 2012. La legge prevede anche la sospensione di diritto alla luce dell’applicazione di misura cautelare coercitiva, come sono gli arresti domiciliari.
La gestione dell’ente, così come previsto dall’articolo 41 dello Statuto, passa dunque nelle mani del vice presidente della Regione, Alessandro Piana, che sostituisce Toti pro tempore in tutte le sue funzioni. L’attività amministrativa della Regione Liguria prosegue senza soluzione di continuità. I provvedimenti giudiziari che portano alla sospensione (e cioè il fascicolo dell’inchiesta, coordinata dalla procura e svolta dalla guardia di finanza) devono essere comunicati al prefetto di Genova, che a sua volta ne dà immediata comunicazione al presidente del consiglio, che deve adottare il provvedimento che accerta la sospensione. Il provvedimento, sempre secondo la Severino, viene quindi notificato al consiglio regionale.
“Siamo vicini al nostro presidente Toti, certi che abbia sempre agito nell’esclusivo interesse della Liguria – è stato il succinto commento del vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana e degli assessori della Giunta – Auspichiamo che venga fatta chiarezza al più presto e che il presidente possa così dimostrare la sua più totale estraneità ai fatti contestati”.
Al momento è difficile spingersi con le previsioni oltre lo scenario appena descritto, tenuto conto anche della vicinanza con le elezioni europee dell’8-9 giugno. Lo ha confermato anche l’avvocato di Toti, Stefano Savi, intercettato martedì mattina in Piccapietra, sotto l’appartamento genovese del presidente della Regione: “La Regione continuerà anche in sua assenza a lavorare. Sono tutti fatti di cui possiamo dare una spiegazione perché rientrano nell’ambito di legittima attività di amministrazione. Non si parla di dimissioni. Si sospende dalla funzione e poi vedremo cosa succede. Il processo è ancora tutto da fare. Vediamo gli atti, li leggiamo e cerchiamo di capire come costruire gli elementi difensivi del miglior modo possibile”.
Toti era atteso nel ponente oggi, a Ventimiglia per un evento organizzato dal l’imprenditore Flavio Briatore, intenzionato ad aprire un Twiga nella regione, e per una visita all’ospedale Saint Charles di Bordighera. Proprio a Sanremo è stato raggiunto martedì mattina per il trasferimento nel suo appartamento di Piccapietra, a Genova, in esecuzione della misura.
La maxi inchiesta è coordinata da sei pm – il procuratore capo di Genova Nicola Piacente, l’aggiunto Francesco Pinto, i sostituti Federico Manotti e Luca Monteverde, cui si uniscono il procuratore capo e una sostituta della procura della Spezia – e sono diverse le persone iscritte nel registro degli indagati. Otre a Toti, all’ex presidente dell’Autorità Portuale Signorini e all’imprenditore Spinelli, c’è anche l’attuale capo di Gabinetto della Regione ed ex sindaco di Porto Venere, Matteo Cozzani, ai domiciliari per corruzione e sospetto voto di scambio.
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