Battaglia

Genitori dei bimbi disabili: “Delusi, nel bilancio regionale niente soldi per le cure dei nostri figli”

Marco Macrì: "Avremmo potuto addormentare i nostri bambini con una serenità diversa. Sarà invece un'altra notte di preoccupazione".

Protesta genitori bimbi disabili sotto Regione Liguria

Genova. I genitori dei 2000 bambini disabili genovesi e liguri in lista per le cure riabilitative attendevano un segnale dalla Regione Liguria che ieri discuteva il Bilancio nel quale potrebbero essere inserite le somme necessarie a snellire le attese lunghe anche anni. Ma quel segnale non è arrivato. La denuncia arriva da Marco Macrì, portavoce della protesta e coordinatore delle famiglie già scese in piazza.

Macrì fa riferimento a un emendamento presentato dalla minoranza e che avrebbe consentito uno scostamento di 5 milioni da destinare ai livelli minimi di assistenza per questi bambini. “Ma la maggioranza in barba ai diritti dei bambini con disabilità ha approvato invece le spese per la comunicazione del presidente e della Regione tutta – attacca – vorrà dire che ogni bimbo o bimba che guarderà le magliette delle squadre di calcio liguri, o gli spot della Regione potrà dire Mamma, papà, quegli spot sono pagati con i soldi con cui potevo essere curato”.

Nelle settimane scorse c’era stato un tavolo tecnico di Alisa, l’azienda ligure sanitaria, con il Corerh (Coordinamento regionale enti riabilitazione handicap), la Consulta regionale per la tutela dei diritti della persona disabile e lo stesso Macrì. Si era parlato del possibile investimento di 7 milioni, 5 dei quali sarebbero derivati dal credito che il Corerh vanta nei confronti della Regione come rimborso disposto dal Tar sula regressione sanitaria e che lo stesso ente si è detto disposto a lasciare nella casse di piazza De Ferrari, a patto che l’amministrazione li investa proprio sul capitolo disabilità.

“In questo momento noi genitori siamo davvero sgomenti e increduli – continua il genitore – abbiamo riposto nei politici, in tutti i politici, indipendentemente dall’appartenenza partitica, la speranza che potessero comprendere, riconoscere e perseguire l’urgenza, il senso civico, il dovere etico e il rispetto della norma operando le scelte coerenti a favore dei nostri figli. Abbiamo sbagliato, non è andata così. Almeno non per tutti, non per la maggioranza, che ha preferito anteporre la pubblicità alle cure dei bambini. Crediamo che oltre alla capacità di offrire belle immagini per invogliare turisti, una Regione debba brillare per le scelte concrete che opera, soprattutto a favore dei più fragili includendoli nella società e nel territorio”.

“Stasera avremmo potuto addormentare i nostri bambini con una serenità diversa. Sarà invece un’altra notte di preoccupazione, di angoscia per non sapere come fare a continuare a pagare le terapie privatamente. Per chi proprio non può, addormenterà il proprio figlio sentendosi quasi in colpa per non potergli garantire le cure di cui avrebbe bisogno. Ma come si può non comprendere l’ingiustizia di una scelta del genere?”, conclude Macrì.

Non è ancora escluso tuttavia che quei fondi siano comunque reperiti dalla Regione e investiti sulle cure con altri scostamenti non previsti dall’emendamento dell’opposizione. Ma come scrive anche il genitore “la battaglia delle famiglie non si ferma”.

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