Genova. Impossibile non conoscere Melina Riccio, l’eccentrica artista che opera a Genova ormai fin dalla primi anni Duemila. E impossibile non essersi imbattuti in una delle sue tante frasi di amore e pace scritte su muri, cassonetti, semafori o angoli disparati di Genova e non solo.
Melina è nota per non solo per spostarsi in treno lasciando lungo il suo percorso tracce del Melina-pensiero incise sugli arredi metropolitani, ma anche per vagare scalza e regalare ai passanti fiori, pezzi di frutta e di focaccia e recitando stralci del suo pensiero esposto sotto forma di frasi in rima baciata, talvolta alternata.
Melina è un’artista davvero sui generis e oggi la sua vita è diventata un documentario, a cura di David Valolao, che ha vinto un premio all’Ortometraggi Film Festival per la seguente motivazione:
«La donna, protagonista e motore del racconto, è straordinaria nella sua semplicità. Vera eroina ante-litteram della tematica ambientalista, emarginata per la sua scelta totale, fuori dagli stereotipi e dagli schemi sociali, Melina, con la sua sensibilità formidabile, è una vera artista, una poetessa.
Essa incarna di fatto l’eroe capace di aderire senza compromessi a una scelta che solo pochissimi riescono a seguire, dove l’ego annullandosi si ritrova a respirare in una luce pura. A convincere la Giuria una regia senza protagonismi, che segue con naturalezza il respiro del Melinasoggetto, tanto leggero quanto profondo e toccante.
Il film riesce così a esprimere il paradosso di una semplicità che non è mai banalità e che ci libera per un momento dalle competizioni dell’ego e dalla logica del consumo.»