Dall'idea al progetto

Crollo Morandi, Renzo Piano: “Un’idea per il nuovo ponte e per tutta l’area, è il mio impegno morale per Genova” fotogallery

L'archistar pronto a collaborare gratuitamente per la ricostruzione con un'idea sulla metamorfosi di tutta la zona che stava sotto il viadotto. E' arrivato in Regione con plastici e modellini

Genova. “Bisogna che la città ritrovi l’orgoglio e il riscatto, bisogna ricostruire questo ponte ma ripensare a tutta quell’area, sono 14 giorni, da quanto il viadotto Morandi è caduto che non smetto di pensarci“. L’architetto genovese Renzo Piano, noto in tutto il mondo, è ancora una volta disponibile a regalare la sua competenza per Genova. Dopo la ricostruzione della Torre Piloti, del Waterfront Levante e, anni addietro, di tutta l’area dell’expo e del porto antico, si è messo a disposizione della città.

Stamani nel palazzo della Regione Liguria un lungo incontro tra Piano, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci, durante il quale l’ipotesi di coinvolgere l’archistar (anticipata tre giorni fa da un articolo del Guardian) è diventata realtà. Prima della riunione, all’interno dell’edificio, sono entrati alcuni collaboratori di Renzo Piano con alcune scatole di cartone, bianche, che avevano tutto l’aspetto di essere dei modelli, dei plastici.

Ma l’architetto frena sulla possibilità che esista già un progetto per il ponte: “I ponti li disegnano gli ingegneri, li costruiscono gli ingegneri, diciamo che un progettista si aiuta con degli oggetti, con degli schizzi – afferma – per ora non si può parlare di disegno progettuale ma di impegno morale, a fare in maniera che questo nuovo ponte porti con sé i tratti della genovesità, delle nostre caratteristiche, anche della nostra parsimonia, e ci dovrà essere il ricordo della tragedia, il suo elaborarsi nel tempo, questo è un tema molto importante”. Si parla di una struttura con 43 pali della luce, che formino una sorta di vela luminosa, uno per ogni vittima, e di molti piloni (non strallati) a sorreggere le campate.

Bisogna che le idee diventino disegni e poi diventino costruzioni, c’è un pensarci, un pensarci su, sono 14 giorni esatti che non smetto di pensarci – ha raccontato ai giornalisti il professionista, che vive tra Vesima, Parigi e New York – ma poi c’è una lentezza perché nello sviluppare le idee per progetti così complesse, perché gli attori possono essere altri, chi costruisce, chi calcola, bisogna essere cauti”.

A proposito di lentezza. Renzo Piano ha risposto anche alla domanda relativa ai tempi per la costruzione del nuovo ponte, quelli forniti da Autostrade sono relativi a 4 o 5 mesi. Crede nei tempi record? “Credo nei tempi giusti, bisogna fare presto, ma non in fretta“.

Quello che è chiaro è che l’architetto ha in mente un disegno complessivo per tutta l’area su cui il ponte Polcevera insisteva, una vasta zona periferica, densa di attività industriali e binari ferroviari. “Il tema della ricucitura tra centro e periferia è nel mio dna – afferma Piano – ci lavoro da quando sono un giovane architetto, per Genova quella può essere un’area di grandissima importanza, perché la città non può più pensare di svilupparsi sul mare o di aggredire le colline, visti anche i problemi del rischio idrogeologico, quindi quell’area lì dove passava il ponte è di enorme interesse”.

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Renzo Piano vuole che il nuovo ponte sia “accompagnato anche da una vasta discussione su quell’area, il destino delle città è quello di trasformare le aree dismesse in qualcosa di nuovo”. C’è, insomma, un “progetto urbanistico complessivo che comprende anche l’area ferroviaria, quello del ponte porta tutte le corde, quella scientifica, quella tecnologica, quella poetica”, conclude Renzo Piano.

Un nuovo quartiere per Genova? Un memoriale per la tragedia? Un nuovo ponte firmato (anche) da uno degli architetti più stimati del mondo? Tutto è possibile. “L’architettura fa questo – dice Piano – celebra e costruisce, le tragedie non si dimenticano, si elaborano“.

Il presidente della Regione Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci hanno ringraziato l’architetto Piano. “Si è offerto volontario, da genovese competente nel campo e noi abbiamo ben accettato l’aiuto che ci ha dato non oggi, anche se qualche idea ce l’ha già proposta, ma sicuramente nell’immediato futuro”. Poi il tempo di qualche battuta. “Avrei voluto che mi disegnasse la mia nuova barca – ha scherzato Marco Bucci, velista appassionato ma temo che per i prossimi 8 anni non avrò tempo per andarci”.

Nella Gallery alcune delle opere firmate da Renzo Piano e dal suo building workshop, oltre alle “creature genovesi” come Porto Antico e la stazione Metrò Brin, alcuni ponti e passerelle pedonali a Chicago, Sarajevo e Ushibuka.

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